Siria Interessi Infiniti. Morti a tonnellate

February 12, 2018
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C’era una volta la Siria, paese che godeva di una relativa pace, di un relativo benessere, di una ragionevole convivenza tra le minoranze, della possibilità di mangiare, curarsi, muoversi, lavorare, studiare, viaggiare, pregare. Un paese senza debiti e senza emigrazione. Il tutto grazie anche a un uomo forte, Bashar al-Assad, che aveva imposto il pugno di ferro sull’islamismo radicale.

Oggi la Siria è un paese distrutto e affamato, con 400.000 morti e milioni di sfollati.

In questi giorni mentre Ankara completa l’accerchiamento dell’enclave curdo-siriana. Le forze governative siriane aprono una seconda breccia nella Ghuta. I talebani chiedono un dialogo diretto con Washington.

Nessun cessate-il-fuoco nella Ghuta: Putin ordina “una pausa umanitaria”. Bin Salman consolida il potere in Arabia Saudita. Il premier libanese Hariri è invitato a tornare a Riyad.

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Come Aleppo est nel 2016 e Homs nel 2014, anche la Ghuta si prepara all’evacuazione di centinaia di migliaia di civili intrappolati nell’area. La quale è controllata dalle opposizioni e da una settimana sottoposta a intensi bombardamenti governativi per difendere il proprio territorio dai ribelli, dai Turchi, Dai Sauditi, Dagli inglesi, Dai Francesi, Dagli Usa.

 

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Chi ritroviamo in Siria per gli interventi di DEMOCRATIZZAZIONE dei NOSTRI??

Ritroviamo il trio che aveva sostenuto l’intervento in Libia del 2011, sebbene in ordine differente, e possiamo anche evocare il precedente della missione francese in Mali con il decisivo sostegno statunitense.

Stati Uniti in primis, Regno Unito , ma anche Francia.

La situazione ad oggi

La caduta dello fantomatico Stato Islamico (Isis)  – ormai ridotto a poche sacche e datosi a tattiche insurrezionali – ha inaugurato nuovi conflitti fra gli attori che si disputano la spartizione della Siria.

Stati Uniti
Appoggiano i ribelli anti-Assad più moderati, anche se non ne sono rimasti molti.

Quali interessi ? Uno geopolitico era quello di indebolire l’alleanza tra le forze della “resistenza” Iran, Siria, Hezbollah: per mantenere il controllo del territori  mediorientale, ricco di risorse;

Per mantenere il monopolio dei grandi alleati occidentali in medioriente (Arabia Saudita, Qatar, Kuwait in primis) nel commercio del petrolio. Una Siria caotica rende impossibile la costruzione della grande pipeline che potrebbe collegare l’Iran all’ Europa attraverso la Siria, lasciando così nelle mani dei paesi del golfo il controllo del commercio dei combustibili fossili.

Per  proteggere il grande alleato Israele dalla “minaccia” dei paesi Sciiti, o per meglio dire, lasciarlo libero di espandersi e fare il buono e cattivo gioco nel vicino medioriente.

 

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La Francia
Appoggia i ribelli più moderati, tra cui i curdi nel nord-est della Siria. Si è opposta a parole  all’ISIS, ad altri gruppi jihadisti e ad Assad.

Gli interessi economici francesi in Siria sono importanti e concentrati soprattutto nel settore degli idrocarburi e delle risorse minerarie ma anche nelle infrastrutture, nel settore degli immobili, agricoltura e alimentari. La multinazionale petrolifera Total, attraverso gli stabilimenti di Deir Ez Zor e Tabiyeh, riusciva a produrre 40.000 barili al giorno nel 2010. La Deir Ez Zor Petroleum Company è stata infatti fondata dalla compagnia petrolifera francese Total e dalla Società Pubblica dei Petroli Siriani per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nella regione. Dopo l’avvio delle sanzioni dell’Ue Total è stata però costretta a ritirarsi.

Regno Unito
Si oppone Assad e sostiene i ribelli più moderati. Con la scusa della lotta al dittatore, si punta a controllare le ingenti risorse di petrolio e di gas del paese, e ad indebolire l’influenza della Russia e dell’Iran nella regione.  Steven A. Bowman, geoscienziato ha  identificato «tre bacini sedimentari – Levante, Cipro e Laodicea – ENORMI, localizzati al largo delle coste siriane». «una vera zona di frontiera dell’esplorazione», notando l’esistenza di varie “zone piatte”, che, se confermate, «rappresenterebbero degli obiettivi di trivellazione da svariati miliardi di barili/trilioni di piedi cubi».

La Turchia
I suoi nemici principali sono due: il regime di Bashar al Assad e i curdi alleati con il PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan che per anni ha agito contro il governo soprattutto nella Turchia meridionale.

Arabia Saudita
Appoggia i ribelli che combattono contro Assad – non fa tanta differenza tra ribelli più e meno moderati –La sua priorità, comunque, è la caduta del regime di Assad: Assad è il principale alleato dell’Iran in Medio Oriente, e l’Iran è il principale nemico dell’Arabia Saudita. Il ministro degli Esteri saudita, Adel al Jubeir, ha detto martedì che il suo paese non accetterà alcuna soluzione alla guerra in Siria che preveda Assad ancora al potere, come invece propone la Russia.

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Israele
Formalmente Israele non è coinvolto nella guerra in Siria, nonostante condivida con la Siria una parte di confine sulle contese Alture del Golan e quindi sia interessato alla generale instabilità causata dalla guerra, tuttavia ci sono interessi più grandi, tuttavia spuntano gli interessi enormi. I soldoni

Genie Energy

Israele, riporta in una inchiesta Christopher Bollyn, ha accordato i diritti per la ricerca di petrolio all’interno della Siria, nel Golan appunto, alla Genie Energy,  Che Israele conceda i diritti del petrolio dentro la Siria è, naturalmente, un esempio lampante del disprezzo per il diritto internazionale.  Naturalmente il valore delle azioni del Genie Energy sarebbero sostanzialmente potenziate con l’installazione di un regime fantoccio neocon a Damasco, che può corrompere per sottoscrivere la concessione petrolifera concessa da Israele.

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Il fatto che Jacob Rothschild e Rupert Murdoch abbiano investito nei tentativi di ricerca di petrolio nei territori siriani occupati, conclude Bollyn, suggerisce che siano a favore del rovesciamento del governo Assad di Damasco, «in modo da indebolire la Siria e dividere la nazione più o meno alla stessa maniera della Jugoslavia negli anni ’90». Non stupisce, peraltro, che nell’operazione-Golan compaia il nome di una vecchia volpe come Cheney, vero e proprio veterano della tattica “distruggi e ricostruisci”, viste anche le polemiche seguite ai maxi-appalti per la ricostruzione post-bellica dell’Iraq affidati alla multinazionale texana Halliburton, da cui Cheney proveniva.

(Vedi Stati Uniti)

Qatar
Sostiene soprattutto finanziariamente i ribelli che combattono contro Assad, senza farsi troppi problemi di quanto siano moderati.

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Considerazioni

La Siria sta pagando da sempre  il prezzo della crescente contrapposizione nella regione tra monarchie del Golfo e Iran. I due fronti contrapposti vedrebbero da una parte la nuova amministrazione americana di Donald Trump con al fianco Israele e l’Arabia Saudita e, dall’altra, l’Iran e la Russia. La Turchia anche sta facendo i suoi giochi, sistemando i conti con i curdi che si sentono traditi da usa e Russia. La Siria continuerà a rappresentare il centro del mondo per la militanza jihadista per molti anni ancora, con conseguenze che non ricadranno solamente sulla popolazione siriana ma sulla stabilità e la sicurezza dell’intero medio oriente.

Infine una  riflessione, che ci fa il paese ITALIA in Siria, ?? quali interessi.?

L’Italia era già dal 2000 il secondo partner commerciale europeo della Siria dopo la Germania. Nel 2003 si è assistito ad un incremento del 4.6% dei flussi commerciali fra i due Stati il cui interscambio ha toccato i 900 milioni di euro nel 2004, e sempre da quell’anno l’Italia, secondo i dati ICE, diventa primo fornitore europeo della Siria.  

Insomma La Siria partner come la Libia.!!!!

Ma nel 2012, quando il volume degli scambi tra i due Paesi tocca i 2.3 miliardi di euro, con un aumento di 102.7 punti percentuali rispetto all’anno precedente, l’Italia [1] si allinea alle sanzioni imposte dall’Unione Europea al regime di Damasco, rinunciando al suo ruolo di principale partner economico europeo e di terzo partner mondiale dopo Cina ed Arabia Saudita.

Tuttavia se il ruolo geopolitico è ininfluente per l’Italia almeno, il nostro paese,  potrebbe avere un ruolo GEOSTORICO raccontando la verità vera al di fuori degli interessi economici,

La verità storica su un popolo, quello Siriano, che da quando la Francia ottenne il  Mandato di tutela dalla Società delle Nazioni (1920) al protettorato Americano più recente (1960)  ai nostri giorni, ha scontato solo terribili sovversioni di DEMOCRATIZZAZIONE, di importazione, di qualsiasi tipo.

Credits (Post, Limesonline, Affarinternazionali)

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