Palestina NoLIMIT

June 11, 2023
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Un massacro infinito Nessuno interviene

75 anni fa l’esodo dei palestinesi dalla loro terra. Israele condanna le commemorazioni all’ONU

75 anni fa l’esodo forzato di centinaia di migliaia palestinesi, che seguì alla nascita dello Stato d’Israele. Le manifestazioni che a Ramallah e in diverse altre città hanno ricordato il giorno della Nakba, in arabo “catastrofe”, hanno fatto eco alle commemorazioni ufficiali, per la prima volta organizzate anche nella sede delle Nazioni Unite a New York. Un gesto salutato come “storico” dall’ambasciatore palestinese all’ONU Riyad Mansour e accompagnato dalla rinnovata condanna del premier Muhammed Shtayeh: “Il nostro popolo paga ancora col sangue il prezzo dell’aggressione – ha detto in Consiglio dei ministri -. La Nakba è un crimine che continua da 75 anni”. Di fuoco la replica di Israele, che per bocca del suo ambasciatore alle Nazioni Unite ha bollato le commemorazioni come un “evento abominevole” con il “palese tentativo di distorcere la storia”.



PALESTINA. L’ONU CONDANNA LA DEMOLIZIONE DELLE CASE PALESTINESI DA PARTE DEGLI ISRAELIANI




Una prassi, quella della demolizione delle case dei palestinesi nei territori occupati (e non solo), che va avanti da molti anni. Nel 2019 le squadre di distruzione israeliane diedero vita ad una impennata delle demolizioni: in un quartiere di Gerusalemme Est furono rase al suolo decine di case palestinesi e gli abitanti vennero lasciati per strada. L’operazione era stata preceduta da una lunga battaglia legale: secondo gli israeliani gli edifici costruiti lungo una linea invisibile a cavallo tra la città e la Cisgiordania occupata erano “troppo vicini” alla barriera di separazione in Cisgiordania. I residenti palestinesi presentarono i permessi di costruzione alle autorità israeliane, ma questo non servì a nulla. Anzi, da allora la Corte suprema che ha approvato un numero sempre maggiore di demolizioni. Spesso squadre di demolitori israeliane agiscono durante la notte e riducono in macerie le case dei palestinesi.





 

Nakba

L’esodo palestinese del 1948 [1] conosciuto soprattutto nel mondo arabo, e fra i palestinesi in particolare, come nakba ( letteralmente “disastro”, “catastrofe”, o “cataclisma”), è l’esodo della popolazione araba palestinese durante la guerra civile del 1947-48, al termine del mandato britannico, e durante la guerra arabo-israeliana del 1948, dopo la fondazione dello Stato di IsraeleNakba è il nome assegnato a questo evento dalla storiografia, non solo araba.

Durante tale conflitto, più di 700.000[2] arabi palestinesi abbandonarono città e villaggi, o ne furono espulsi, e, successivamente, si videro rifiutare ogni loro diritto al ritorno nelle proprie terre, sia durante sia al termine del conflitto.

La proporzione fra i palestinesi che erano fuggiti o che furono cacciati, le cause e le responsabilità dell’esodo, il suo carattere accidentale o intenzionale, come pure il diniego, dopo la cessazione dei combattimenti, del diritto al ritorno degli abitanti arabo-palestinesi (musulmani e cristiani), sono un soggetto fortemente dibattuto sia da parte degli studiosi della questione israelo-palestinese, sia da parte degli storici specialisti degli eventi di tale periodo.

Vi Invito ad Ascoltare Direttamente Da un testimone sui luoghi la verità su questo terribile massacro

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