StrageRave4

February 25, 2024
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Haaretz racconta la storia Ofek Atun, sfuggito all’attacco del rave di Re’im ad opera di Hamas del 7 ottobre scorso e ucciso poi dalle forze israeliane. Scampato all’attacco del rave rifugiandosi in un bunker, Atun si era diretto in automobile con la sua ragazza, Tamar, verso Nord, “mentre i razzi cominciavano a volare sopra di essi”. E aveva trovato rifugio presso il Kibbutz Alumim.

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“La coppia – continua Haaretz – ignara che i soldati israeliani avevano già cacciato tutti i terroristi dal kibbutz, bussò freneticamente a diverse porte prima di fare irruzione nella casa di una coppia di anziani, che si era rifugiata in una stanza sicura”. Avendoli scambiati per terroristi, però, gli anziani chiesero aiuto alla sicurezza, intervenuta prontamente.

Dopo aver fatto evacuare i due residenti, un soldato entrò in casa, armato di una pistola, mentre l’altro gli copriva le spalle dalla finestra. Quanto accaduto successivamente non è chiaro. Scrive Haaretz: “Secondo un membro della squadra di sicurezza della comunità, Atun e il soldato hanno litigato e il soldato gli ha sparato più volte, scambiandolo per un terrorista”. Tamar, invece, non menziona il diverbio, il soldato sparò e basta. “Quando è uscita di casa – prosegue Haaretz – la stessa Tamar è stata colpita allo stomaco dalle forze israeliane. Per fortuna, è sopravvissuta” [da notare che si è sparato contro una donna disarmata in fuga

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Rivelazioni dello stesso tenore precedenti

Haaretz aveva già dato conto di un’indagine della polizia israeliana che aveva accertato che un elicottero intervenuto al rave aveva “sparato contro i terroristi [e] a quanto pare ha colpito anche alcuni dei convenuti”. Inoltre, che al Kibbuz di Be’ri era intervenuto un carro armato, che aveva ucciso, insieme ai terroristi, anche 14 ostaggi, due dei quali bambini, morti insieme ad altri 11 ostaggi.

Nell’articolo in cui dava conto di tale avvenimento, Noa Limone si chiedeva se le forze israeliane, in quel fatidico 7 ottobre, avessero adottato la controversa direttiva Annibale, che suggerisce di uccidere israeliani presi in ostaggio piuttosto che lasciarli portare via dal nemico. Un’inchiesta di Yediot Aeronot ha accertato che nell’occasione si è deciso di adottare tale direttiva.

Più volte abbiamo sottolineato che la confusione del momento e la paura, in combinato disposto con la determinazione a sconfiggere il nemico, avessero portato l’esercito israeliano a una reazione confusa e scomposta, che doveva esser costata la vita a civili israeliani che pure volevano difendere. La rivelazione sul povero Atun da parte di Haaretz e tanto altro segnala che così è accaduto.

Così quanto è avvenuto in quel giorno resta un mistero, sul quale le autorità israeliane non intendono far chiarezza perché si tratta di vicende più che imbarazzanti e perché potrebbe essere lesa la narrativa sul 7 ottobre.

Narrative ufficiali e non

Oltre ad Hamas e a Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah “temuto e rispettato” anche in Israele, anche taluni analisti occidentali hanno affermato che l’attacco del 7 ottobre aveva obiettivi militari. Era diretto cioè contro le caserme, obiettivi militari appunto, e contro alcuni kibbuz, missione, quest’ultima, volta a prendere ostaggi da scambiare con palestinesi imprigionati nelle carceri israeliane.

Resoconto, questo che collima con un quanto accertato dall’establishment della difesa israeliana, che ha reso pubblico che il rave, dove si è registrata la maggior parte delle vittime, non era un obiettivo: i miliziani di Hamas vi si sono imbattuti mentre si recavano verso i vicini kibbuz.

Secondo i resoconti che potremmo definire non ufficiali, ci sono stati singoli episodi di violenza gratuita, ma la maggior parte delle vittime civili israeliane sarebbe stata uccisa nel fuoco incrociato tra Hamas e israeliani delle forze speciali, dell’esercito, della polizia, dell’intelligence e della sicurezza che vigilava sui kibbuz (peraltro, il diffuso possesso di armi da fuoco da parte dei civili è documentato da un articolo della BBC redatto prima dell’assalto di Hamas: alcuni di essi le avranno pur usate).

Rivelazioni e scambio di ostaggi

Non si vuole giustificare o legittimare alcunché, solo sottolineare che su quanto avvenuto in quel 7 ottobre servirebbe un’inchiesta imparziale che non si farà. Ci si può accontentare della narrativa israeliana, ma anche no, data la fallacia che questa ha dimostrato ampiamente, soprattutto in questi ultimi mesi, su altre vicende concernenti il conflitto con i palestinesi. Accoglierla con la relatività del caso è esercizio utile al discernimento.

En passant, registriamo che Benny Gantz, membro del Gabinetto di guerra israeliano, oggi ha dichiarato che ci sono possibilità per un accordo con Hamas per uno scambio di ostaggi. Affermazione confermata da Mousa Abu Marzouk un leader di Hamas (Haaretz).

Lo facciamo notare perché altre rivelazioni giornalistiche sui tragici errori compiuti dalle forze israeliane costate la vita a civili sono arrivate in momenti cruciali di precedenti trattative volte a finalizzare lo scambio di ostaggi.

Immaginare che si tratti di rivelazioni volte a forzare la mano alle recalcitranti autorità perché le trattative giungano a buon fine, minacciando velatamente altre e più imbarazzanti rivelazioni dello stesso tenore, è forse azzardato. Diciamo che è una coincidenza temporale che interpella.

Finalmente .. “Gallant, ministro della difesa il 7 ottobre 2023, ammette che fu attivata la Direttiva Annibale che prevede d’aprire il fuoco anche sugli ostaggi israeliani.”

“Gallant, ministro della difesa il 7 ottobre 2023, ammette che fu attivata la Direttiva Annibale che prevede d’aprire il fuoco anche sugli ostaggi israeliani.”

Israele ha ammesso che 28 elicotteri Apache hanno scaricato le loro munizioni e hanno dovuto essere ricaricati il ​​7 ottobre Filmati trapelati dimostrano che l’IDF ha eliminato i propri cittadini con elicotteri Apache al festival musicale di Nøva. I filmati trapelati da IDF confermano Le ammissioni del MINISTRO DELLA DIFESA GALLANT

Quel giorno Israele utilizzò elicotteri d’attacco, droni e carri armati per sparare ai propri cittadini.

Ogni Apache può trasportare 1200 proiettili esplosivi da 30 mm, ovvero una granata. 33.600 granate

Centinaia di cittadini israeliani sono stati uccisi dalle forze israeliane il 7 ottobre. ABC: “Questo è stato un Annibale di massa. Migliaia di persone in ogni tipo di veicolo, alcuni con ostaggi”, ha detto il colonnello Erez. “28 elicotteri da caccia hanno sparato tutte le munizioni nelle loro pance”

Israele aveva “permesso alla polizia e all’esercito di occupazione di uccidere” tutti i 364 partecipanti alla festa falciati dai terroristi al festival musicale.

Secondo il rapporto di domenica, l’ordine di attuare politiche in stile Annibale durante le ore di combattimento del 7 ottobre non era limitato alle basi militari, ma si estendeva anche ai civili.

Poco prima delle 11:30 è stato emesso un ordine in cui ai soldati veniva comunicato che “nessun veicolo poteva tornare a Gaza” dall’interno di Israele, per paura che trasportasse individui rapiti.

Una fonte anonima del Comando meridionale delle IDF ha confermato ad Haaretz che l’ordine è stato emesso perché “tutti sapevano ormai che tali veicoli avrebbero potuto trasportare civili o soldati rapiti”.

La fonte ha aggiunto che, sebbene non ci siano stati casi in cui un veicolo che trasportava israeliani rapiti sia stato consapevolmente attaccato, “non si poteva realmente sapere se ci fossero persone del genere a bordo di un veicolo”.

“Non posso dire che ci fossero istruzioni chiare, ma tutti sapevano cosa significava non far tornare nessun veicolo a Gaza”, ha detto la fonte.

 
Verso sera, mentre le IDF combattevano per riprendere il controllo delle comunità di confine di Gaza, il generale di brigata Barak Hiram, comandante della 99a divisione delle IDF, ordinò a un carro armato di aprire il fuoco su una casa nel kibbutz Be’eri, dove i terroristi di Hamas tenevano in ostaggio 14 israeliani.

Sebbene il protocollo, vecchio di decenni, intendesse consentire alle truppe di usare potenzialmente ingenti quantità di forza per impedire che i soldati cadessero nelle mani del nemico, alcuni ufficiali lo interpretarono nel senso che un soldato avrebbe dovuto essere deliberatamente ucciso se ciò significava impedirne il rapimento..

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