Palestina le guerre

February 20, 2025
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Le guerre arabo-israeliane e la rinascita palestinese

SINTESI

La guerra dei sei giorni (in ebraico מלחמת ששת הימים?Milhemet Sheshet Ha Yamim; in arabo النكسة?al-Naksa, «la sconfitta», o حرب 1967, Ḥarb 1967guerra del 1967; 5-10 giugno 1967) fu un conflitto facente parte dei conflitti arabo-israeliani che vide contrapposti Israele e le nazioni confinanti EgittoSiria e Giordania. Anche per via dell’effetto sorpresa, la guerra si tramutò in una netta vittoria israeliana nonostante la superiorità numerica degli arabi.

Al termine del conflitto Israele aveva conquistato la penisola del Sinai e la striscia di Gaza all’Egitto, la Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania e le alture del Golan alla Siria. L’esito della guerra, la condizione giuridica dei territori occupati ed il relativo problema dei rifugiati influenzano pesantemente ancora oggi la situazione geopolitica del Medio Oriente.[3]

Dopo il conflitto del 1948 scoppiarono nuove guerre tra Israele e gli Stati arabi.

 La più importante, conosciuta come Guerra dei sei giorni, ebbe luogo nel 1967. Israele sconfisse l’Egitto, la Siria e la Giordania, occupando una parte dei loro territori: Gerusalemme Est e la Cisgiordania (cioè il territorio a ovest del fiume Giordano, noto anche come West Bank), appartenenti ala Giordania;

la Striscia di Gaza e la Penisola del Sinai, facenti parte dell’Egitto; il Golan, appartenente al Libano. 

Pochi anni dopo, nei territori occupati iniziò la costruzione di insediamenti israeliani, che nel corso degli anni sono diventati sempre più numerosi

Dopo la Guerra dei sei giorni il conflitto israelo-palestinese assunse una nuova forma. La popolazione palestinese perse fiducia negli Stati arabi e si propose di condurre in prima persona la lotta contro gli israeliani, sotto la guida dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina e del suo leader Yasser Arafat. Inoltre, tra la fine degli anni ’70 e gli anni ‘80 cambiò nuo vamente lo scenario internazionale. L’Egitto firmò un accordo di pace con Israele, riottenendo il Sinai, e rinunciò definitivamente alla Striscia di Gaza. Nel 1988, il governo giordano rinunciò alla Cisgiordania, auspicando che potesse diventare sede di uno Stato palestinese se Israele si fosse ritirato. Da allora, Cisgiordania e Gaza sono considerati territori palestinesi.

Il fallimento del processo di pace

Grazie a questi cambiamenti, negli anni ’90 iniziò un promettente processo di pace. Nel 1993 Arafat e il premier israeliano Yitzhak Rabin sottoscrissero un accordo con il quale Israele e l’Olp si riconoscevano reciprocamente.
Lo Stato Israeliano, inoltre, cede alla sua controparte il controllo di alcuni settori della Cisgiordania
e della Striscia di Gaza,
con l’obiettivo di giungere alla creazione di uno
Stato palestinese.

Accordo Cominciato bene, Ma Fallito

L’accordo, però, non affrontava le questioni più spinose, tra le quali lo status di Gerusalemme, che entrambi rivendicano come capitale;

gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, dei quali i palestinesi chiedono la rimozione; il ritorno in Israele dei profughi palestinesi espulsi nel 1948.

Non a caso, il processo di pace è fallito e lo Stato palestinese non è stato costituito, sebbene sia stata fondata un’Autorità Nazionale Palestinese per amministrare i territori ceduti da Israele.

Il conflitto ha assunto la forma di una guerra asimmetrica, combattuta tra un esercito regolare da una parte e milizie armate dall’altra.

 

La pace appare quanto mai lontana.

Evoluzione Delle Trattative Mai finite

Considerazioni

Se la penisola del Sinai fu restituita da Israele all’Egitto nel 1981 , dopo una serie di accordi che costarono la vita all’allora presidente egiziano  Anwar el-Sadat , il problema dei rifugiati palestinesi continuò ad essere una delle principali questioni in sospeso.

Milioni di essi si trovavano in campi profughi in diverse nazioni limitrofe, aspettando una soluzione immersi nella miseria.Soluzione che nn avvenne mai e che lasciò i Rifugiati

nelle tende fino ai nostri giorni

Per vent’anni Israele considera la popolazione palestinese sotto il suo controllo come in larga parte addomesticata,  al punto da continuare con le espansioni coloniali

e le espropriazioni in Cisgiordania.

I palestinesi furono a lungo usati anche come forza  lavoro  economica all’interno di Israele. Quest’illusione andò in frantumi nel dicembre 1987, quando i giovani palestinesi scesero in strada per ribellarsi contro l’esercito israeliano.

La rivolta, che prese il nome di l’ ntifada , fu caratterizzata da arresti di massa, una punizione durissima da parte di Israele e centinaia di palestinesi processati e uccisi come spie dall’Olp.

 Nel 1993, iniziarono colloqui segreti tra Israele e l’Olp, portando agli Accordi di Oslo, che istituirono l’Autorità nazionale palestinese

e l’autogoverno in alcune parti

della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.

Alcuni palestinesi di spicco li vogliono

come una forma di resa,

mentre gli israeliani di estrema destra si oppongono

alla cessione di insediamenti o territori.

Tra gli israeliani, l’opposizione  politica  a Oslo

fu guidata dai futuri primi ministri 

Ariel Sharon e Benjamin Netanyahu,

che presero parte a comizi in cui l’allora presidente israeliano

  Yitzhak Rabin

che era ritratto come un nazista.

La vedova di Rabin incolpò i due uomini

per l’assassinio di suo marito, perpetrato

da un estremista nazionalista israeliano nel 1995.

Verso l’abisso

Le trattative di pace vacillarono e il fallimento dei colloqui di Camp David, un vertice Medio Oriente tra il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, il primo ministro israeliano Ehub Barak e Arafat nel 2000 contribuì alla seconda intifada caratterizzata, a differenza della prima, da diversi attentati suicidi da parte dei palestinesi. 

Quando nel 2005 il premier Sharon acconsentì di smantellare numerosi insediamenti ebraici in Palestina,

Arafat era ormai morto (dopo due anni trascorso in un bunker) insieme a oltre 3mila palestinesi e circa mille israeliani. 

L’odio tra le due parti si era fatto insanabile, e la costruzione di un intricato sistema di muri nella West Bank non aiutò.

E Gaza?

Nel 2006 il partito islamista radicale Hamas, dopo una lunga guerra civile con l’Olp vinse le elezioni, e per i palestinesi della Striscia la situazione si complicò.

Israele decretò un embargo totale dell’enclave – con controllo continuo dello spazio aereo e delle acque territoriali – e l’economia palestinese sprofondò.

Se Netanyahu avesse agito secondo i test di gestione che si era prefissato in passato, avrebbe affrontato la giustizia, si sarebbe dimesso e sarebbe tornato a casa, scrive Gidi Weitz.
 
 
Redattore capo del Giornale Israeliano HAARETZ
 

Netanyahu IL SIONISTA

Netanyahu, il primo ministro israeliano più longevo, si è detto più volte contrario a uno Stato palestinese e vari membri del suo governo sostengono apertamente l’annessione di tutta o parte della Cisgiordania.

Gruppi per i diritti umani israeliani e stranieri hanno parlato di una situazione, nei territori occupati, assimilabile all’apartheid nei territori occupati.

Tutto il resto è cronaca.

¿Perché Hamas ha attaccato Israele?

IPOTESI DIVERSE

Questa è la più grande offensiva contro Israele in decenni in cui un popolo nel suo insieme è stato incolpato senza differenziare del gruppo armato.

Per capire, La Palestina è divisa in due. Cisgiordania e Gaza. Cisgiordania è governato dal Autorità nazionale palestinese, un’organizzazione politica palestinese mentre Gaza è governato da Hamas, un’organizzazione palestinese che si dichiara nazionalista, jihadista e islamista.

Questo ha un ramo politico e militare e alcuni paesi lo considerano un terrorista.

Il peso dell’attacco palestinese a Israele è stato portato dalle brigate di Ezzeldin Al-Qassam, che sono il braccio armato di Hamas

1) Un patto deliberato

Dietro i motivi storici vi è anche l’annuncio di un accordo tra Israele e Arabia Saudita secondo cui entrambi i paesi si sono impegnati normalizzare le loro relazioni e in cui altri paesi arabi sono stati incoraggiati a fare lo stesso.

 L’offensiva non era  improvvisata. Un  attacco di queste caratteristiche, non è qualcosa che è pianificato dall’oggi al domani, ma ha dovuto portare mesi di preparazione. Così, Hamas vuole silurare questo accordo causando una situazione al limite. Se fosse così la data dell’attacco non è stata scelta a caso. L’attacco è coinciso con il Sabbat e la fine del Festa ebraica di Sukkot. Anche il giorno dell’attacco ha coinciso con il 50 ° anniversario della guerra di Yom Kippur. 

L’attacco a terra è stato preceduto da migliaia di razzi  in quasi tutte le principali città di Israele. Dopo l’attentato,  sono entrati in diverse città israeliane, attaccando obiettivi militari come civili.

Oltre a una serie di vittime da determinare, i palestinesi hanno controllato, almeno temporaneamente, diverse località ed hanno preso diverse decine civili e militari come ostaggi.

Per ora, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato alla nazione allerta ai cittadini quello Israele è in guerra. Hanno messo in atto il « Operazione Iron Swords » costituito da una serie di bombardamenti dall’aviazione israeliana nella Striscia di Gaza.

Questa operazione sarà preceduto di a offensivo di terra contro le posizioni di Hamas all’interno della stessa Striscia di Gaza.

In situazioni come questa, Israele ha progettato un sistema in cui può mobilitare la maggior parte dei suoi riservisti nel giro di pochi giorni, ma molti si chiedono come è passato inosservato da uno dei principali servizi di intelligence del mondo questo evento.

Ricordiamo che nel marzo dello stesso anno, Netanyahu, 61 voti a favore e 47 contro una regola che impedisce alla Corte Suprema costringere un primo ministro a prendere una iniziativa « » o costringerlo a dimettersi a causa di un conflitto di interessi. Ecco perché molti giornali sottolineano  che non ha dovuto dimettersi mentre lo giudicavano corruzione. Il parlamento israeliano approvato di incolpare il ministro di questo «disastro».

 

Infine per  Capire tutti

Riportiamo di seguito le analisi fatte da Adam Raz, storico israeliano e attivista per i diritti umani, citate sia da Haaretz sia da +972 magazine. Ebbene, Raz afferma che tra Netanyahu e Hamas ci sia stata “una stretta cooperazione”, grazie anche al sostegno di molti nella destra israeliana. 

Le 20 Domande a cui non sa rispondere il capo del Governo Israeliano 𝐍𝐞𝐭𝐚𝐧𝐲𝐚𝐡𝐮. Al GIORNALE ISRAELIANO HAARETZ

𝟐𝟎𝟎𝟏 𝐀𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐫𝐢𝐟𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐁𝐞𝐧𝐣𝐚𝐦𝐢𝐧 𝐍𝐞𝐭𝐚𝐧𝐲𝐚𝐡𝐮. Capo Governo di 𝐈𝐒𝐑𝐀𝐄𝐋𝐄.
𝐁𝐞𝐧𝐣𝐚𝐦𝐢𝐧 𝐍𝐞𝐭𝐚𝐧𝐲𝐚𝐡𝐮 𝐧𝐞𝐥 𝟐𝟎𝟎𝟏 𝐈𝐍𝐓𝐄𝐑𝐕𝐈𝐒𝐓𝐀
“La cosa principale è, prima di tutto, colpirli non una, ma più volte, così dolorosamente che il prezzo che pagheranno sarà insopportabile. Finora, il prezzo da pagare non è insopportabile. Voglio dire, un attacco su larga scala nell’Autorità Palestinese fa temere loro che tutto stia per crollare.

La paura è ciò che li porterà ad arrendersi “
“Aspetta, ma poi ancora” il mondo “dirà che siamo aggressori”.
“Possono dire quello che vogliono”.
“Non hai paura di quello che diranno, Bibi?”
“No, soprattutto oggi con gli Stati Uniti. So come sono gli Stati Uniti. L’America è qualcosa che puoi facilmente manovrare e muovere nella giusta direzione.

E anche se dicono qualcosa e allora? L’80% degli americani ci sostiene! È assurdo. Abbiamo tale supporto lì e qui stiamo pensando a cosa dovremmo fare “se”. Dobbiamo lavorare in questa direzione

Perche da sempre io DISTINGUO EBRAISMO da SIONISMO ascoltate ci sono i sottotitoli. Poi riflettete

Due possibili fronti aperti Ma i problemi di Israele non finiscono nella Striscia di Gaza. A nord di Israele, è Hezbollah. Una milizia che nonostante lo sia sciita e molto vicino all'Iran, è un alleato di Hamas, ma « il nemico del mio nemico potrebbe essere mio amico ».
Hezbollah minaccia anche di intraprendere azioni militari contro Israele, il che significherebbe che Israele dovrebbe difendere o attaccare due fronti contemporaneamente. Una delle chiavi sarà vedere se Hezbollah si coinvolge nel conflitto o se, al contrario, è contento di essere una semplice minaccia..

Il mondo è schierato tra Israele e Palestina

 L’Occidente si è schierato subito condannando l’attacco di Hamas. Il presidente della Commissione europea, Úrsula von der Leyen, come altri leader europei hanno condannato l’attacco senza riguardo, mentre USA ha offerto a Israele tutto l’aiuto necessario per garantire la sicurezza del Paese e ha promesso ritorsioni se qualcuno si degna di sostenere Hamas.

Inoltre, Bruxelles lo ha chiarito i pagamenti in Palestina non saranno sospesi, dopo diversi dibattiti incrociati. Uno dei primi in applaudire La decisione di Bruxelles di non sospendere i pagamenti era il capo della diplomazia europea, Josep Borrell.

Il  Qatar, è totalmente a fianco della Palestina, ha chiesto la pace ma ritiene Israele responsabile dell’escalation della violenza

La Russia ha chiesto la pace ma ha esortato Israele a ritirarsi Confini del 1967 e a istituzione di una Palestina indipendente, mentre l’Iran si ècongratulato ai combattenti palestinesi e ha assicurato suo supporto a questi.

In effetti, gran parte del materiale per armi venuto da Iran.

Altre Ipotesi, La Principale Testata Giornalistica Israeliana HAARETZ, Rifà il percorso dell'alleanza ISRAELE HAMAS

🇵🇸HAMAS FU CREATA DA ISRAELE PER COMBATTERE YASSER ARAFAT. ANNO 2009

🔥Chiunque si sia documentato riguardo alla questione Palestinese, quantomeno a partire dagli anni ’90, avrà sentito a più riprese della spinosa questione legata alla nascita di Hamas.

🔺️Hamas fu creata da Israele allo scopo di combattere la leadership di Yasser Arafat e gli Stati Uniti ne erano chiaramente a conoscenza.

⚡️In questo contenuto l’ex Senatore del Texas Ron Paul alla camera dei rappresentanti si scaglia contro la risoluzione che avrebbe fortino ulteriori armamenti e ricorda ai suoi colleghi come nacque Hamas.

🔻In quella occasione Paul fece riferimento anche all’alleanza che gli Stati Uniti strinsero con Osama Bin Laden al fine di contrastare i sovietici.

🇵🇸Mi piacerebbe poter dire che il sionismo è stato trafitto ed è morituro..ma Israele e gli U.S.A. ci hanno abituati ad enormi ‘giochi di prestigio’ ed è per questo che esorto tutti a starsene con gli occhi sgranati ed a non trascurare alcun elemento.

▪️Approfondimenti

⚠️È FALSO! L’EX MILITARE DELL’INTELLIGENCE ISRAELIANA, L’ATTACCO DI HAMAS È UNA “FALSE FLAG”, OPERAZIONE PIANIFICATA DALL’ALTO. ECCO I MOTIVI.
➡️

⚠️DISTRUGGEREMO HAMAS, DOPO QUESTA GUERRA NON AVRANNO ALCUNA CAPACITÀ MILITARE E NON POTRANNO PIÙ GOVERNARE GAZA


⚠️SCOMPARSA LA PALESTINA DALLA MAPPA DEL NUOVO MEDIO ORIENTE PRESENTATA DAL ‘NAZISTA’ NETANYAHU ALL’ONU

Meloni problematiche

La retorica di Meloni sulla Palestina è indebolita dalla retorica di Meloni sull’Ucraina. Meloni ha sempre dichiarato che la guerra in Ucraina si risolve con il ritiro dei russi dai territori occupati, immediato e senza condizioni. I musulmani, Arabia Saudita inclusa, si domandano perché Meloni non proponga lo stesso ritiro a Netanyahu.

Se gli ucraini occupati hanno il diritto di sparare sui soldati russi occupanti, perché i palestinesi occupati non avrebbero il diritto di sparare sui soldati israeliani occupanti?

Si obietterà che Hamas ha sparato sui civili israeliani. Ma anche il governo di Kiev ha sparato sui civili russi in Donbass per otto anni. Non potendo uscire da queste contraddizioni politiche e retoriche, Meloni potrebbe optare per il silenzio in favore dell ’Italia e del suo interesse nazionale.” (Alessandro Orsini oggi sul

Funerali Dei 6 giornalisti deceduti nella notte dela 10/10/2023 RIP

Il Totale controllo Degli Israeliani Sionisti, Nel Mondo
La Stampa Americana
Il Governo Americano
Il Campidoglio Americano

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