Ustica ITAVIA

September 4, 2022
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Commissione Stragi #OperazioneHilton Nel 1971 il #SID con a capo il Col Roberto #Jucci sventò un piano organizzato dai servizi britannici

per uccidere #Gheddafi con l’appoggio delle milizie libiche dissidenti, con base logistica a Trieste, legate al vecchio re #Idris

“Una surreale messa sotto accusa della sola Francia nonostante che il Mar Tirreno, nella notte del 27 giugno 1980, inspiegabilmente, risultasse affollato anche da portaerei e aerei militari statunitensi e britannici…”

ALLA INTERVISTA DI AMATO, che indica la Francia come autore fel bombardamento missilistico al DC9 ITAVIA, i commenti sono COMPLESSI

Gheddafi non era sul Mig, dice Amato, perché, avvertito da Craxi che volevano eliminarlo, si sarebbe sottratto all’attentato. Non essendo a conoscenza del cambio di programma, i jet francesi avrebbero intercettato il mig libico sul quale avrebbe dovuto volare, che poi è precipitato sulla Sila perché, per eludere i missili nemici, avrebbe esaurito il carburante.

Ci sono altre versioni del fatto più o meno credibili, cioè che il velivolo trasportasse invece effettivamente Gheddafi e che i missili NATO abbiano colpito sia il DC-9 Itavia che un Mig di scorta e ciò spiegherebbe forse meglio il precipitare del Mig libico sulla Sila piuttosto che il mero esaurimento del carburante (il pilota, nel caso, si sarebbe paracadutato fuori).

L’atro particolare non evidenziato è che sarebbe stato Andreotti a far pressioni su Craxi per evitare l’omicidio del leader libico, così come fu Andreotti, come ormai provato, a dettare la linea a Craxi su Sigonella (vedi Piccolenote), da cui i successivi guai giudiziari del divo Giulio (come lo chiamava Pecorelli).

Ma si tratta di particolari che hanno importanza per la storia, quel che conta oggi sono le rivelazioni di Amato, non certo un kamikaze anti-atlantista, che oltre a parlare del crimine di Ustica ha accennato alle coperture postume dello stesso da parte dei circoli Nato.

Amato non dettaglia, ma sotto la voce coperture prima o poi si dovrebbero incasellare (e non avverrà) tutte le morti a oggi definite solo come “sospette” che hanno costellato l’inchiesta del giudice Rosario Priore. Dodici le vittime in questione, a iniziare dai due piloti delle Frecce tricolore uccisi nell’incidente aereo di Ramstein del 1988 (che fece anche 70 morti e oltre 400 feriti fra gli spettatori della manifestazione aerea), i cui velivoli, secondo il Tageszeitung e Der Spiegel (e altri), sarebbero stati sabotati.

Ramstein, immagine dell’incidente delle Frecce Tricolori. Due dei piloti coinvolti erano in volo la notte della tragedia del DC-9


Lo ricorda Wikipedia, che riporta un passaggio della requisitoria di Priore, nel quale si spiegava che “i due ufficiali piloti, del gruppo intercettori, in servizio presso l’aeroporto di Grosseto, la sera del 27 giugno 1980 fossero in volo su F104, fino a 10 minuti circa prima della scomparsa del DC9 Itavia – il loro atterraggio all’aeroporto di Grosseto è registrato alle 20:45 e 20:50 locali; che questo velivolo, insieme ad altro con ogni probabilità quello dell’allievo, avesse volato per lunga tratta di conserva al velivolo civile; che durante questo percorso e al momento dell’atterraggio avesse sbloccato i codici di emergenza”.

Levata di scudi del Governo (“non bastano le deduzioni…”, “sono parole di un privato cittadino che non si possono commentare…”) davanti alle dichiarazioni di Giuliano Amato, sbandierate come una novità da Repubblica  (nonostante fossero state già fatte da Cossiga nel giugno 2008) sul DC9 Itavia abbattuto dalla Francia sui cieli di Ustica nel tentativo di uccidere Gheddafi.

Sul battage mediatico contro la Francia e Macron, che, secondo Repubblica, per questa strage dovrebbe chiedere scusa, la motivazione più verosimile è certamente il tentativo degli USA di mettere in riga un “alleato” (in questi giorni già colpito da un golpe USA nel Gabon) che aveva osato parlare di “morte cerebrale della NATO” o ipotizzare una sua partecipazione al vertice BRICS di Johannesburg. Una surreale messa sotto accusa della sola Francia nonostante che il Mar Tirreno, nella notte del 27 giugno 1980, inspiegabilmente, risultasse affollato anche da portaerei e aerei militari statunitensi e britannici; per una imminente battaglia aerea che, ovviamente, non fu preannunciata alle autorità italiane che, difatti, permisero ad aerei di linea come il DC9 Itavia di sorvolare la zona.

Invece di tifare pro o contro Amato, quindi, ci sarebbe da denunciare l’assoluta sudditanza del nostro Paese nell’ambito Nato che, dopo aver subito l’affronto di un tentato omicidio di un Gheddafi – al tempo un nostro alleato – e di una strage, ha mobilitato la propria magistratura, i servizi di sicurezza, i vertici delle Forze armate, i mass media… per realizzare depistaggi. Una infamia perpetuata da quarant’anni da TUTTI i governi succedutisi in Italia anche secretando o “perdendo” importanti documenti della Commissione parlamentare di indagine su Ustica o archiviando come “suicidi” strane morti di testimoni della strage. Come il maresciallo Dettori o il maresciallo Parisi.

Niente di nuovo, quindi dall’avvelenamento di Gaspare Pisciotta che, 99 anni fa, stava per rivelare che dietro la strage di Portella della Ginestra c’era l’antesignana della struttura Gladio, messa su dagli Usa per impedire ai comunisti di prendere il potere. Per non parlare di tante altre “oscure trame” o eventi (quali Unabomber o la strage di Peteano) sulle quali non sapremo mai la verità. Un secolo di sudditanza dagli USA. Garantito da protocolli segreti come quello denunciato, nel 1984, dall’allora ministro Rino Formica e che hanno generato strutture segrete subite passivamente da tutti i partiti succedutisi al Governo dell’Italia.

#UsticaCables Le 7 menzogne del Gen aeronautica

Zeno #Tascio capo #SIOS durante la strage, accusato di alto tradimento ma poi assolto.. “non operavano nel Mar Tirreno navi o velivoli della VI Flotta

#RISERVATO (23 Dic 1980)

#UsticaCables Doc Min Affari Esteri su dichiarazioni di #Gheddafi riguardo Ustica dove accusa gli #USA che,la sera del 27 Giugno 1980, cercando di abbattere il suo aereo personale,in volo verso l’Italia,avrebbero invece colpito l’aereo dell’#Itavia ed un altro aereo libico (1990)

“Su Ustica ecco la mia verità” l’intervista di Amato del 1988 che non accenna minimamente alla Francia, anzi non accusa nessuno ed è stato frainteso.. Ministro chi ha lanciato il missile, lei si sarà pure fatto un idea? “nessuno lo sa”

#Ustica43

Manifesto d’ipocrisia della classe politica italiana

Se Amato è convinto che sono stati i francesi a colpire il DC9, perchè quando era Pres Cons ha scritto al Pres #USA Bill #Clinton che aveva bisogno di chiarire con loro alcuni punti sulla strage di Ustica? Perchè quando si sono incontrati a Washington non ne hanno parlato?

Ustica Foto #USA alcuni reperti #Mig23 libico caduto vicino a #Castelsilano in Calabria sforacchiatI da una mitragliatrice CONTROL #SECRET ????????(1980)

COMMENTI??

???????? MARGHERITA BONIVER: “L’INTERVISTA DI GIULIANO AMATO SU USTICA? SCANDALOSA E BUGIARDA”
“L’intervista suscita molti interrogativi, prima di tutto sulla tempistica. Come mai decenni dopo la strage di Ustica Amato sente il bisogno di togliersi macigni dalle scarpe?
[…]
è impensabile che nel 1980 Craxi, allora segretario del Psi, avesse informazioni riservate di quel livello, da poter informare il leader libico. Che peraltro Bettino non aveva e non avrà mai incontrato. […] i salvataggio avvenne nel 1986. In quel periodo il premier Craxi, che aveva negato il sorvolo dei bombardieri americani sul territorio italiano, aveva fatto avvertire Gheddafi dell’imminente bombardamento. Gli Usa all’epoca consideravano Gheddafi “The public enemy number one”.
Ripeto: “cui prodest”? Certamente l’intervista a Amato metterà in serio pericolo le relazioni diplomatiche italo-francesi. E aggiungerà nuovo sale alle ferite della recente débâcle della Farnesina sullo scenario libico”. (Fonte: Startmag (https://www.startmag.it/mondo/lintervista-di-giuliano-amato-su-ustica-scandalosa-e-bugiarda-ecco-perche-parla-margherita-boniver/))

BOBO CRAXI RISPONDE A GIULIANO AMATO DA IL RIFORMISTA: “CONFUSO E IMPRECISO”
Il fatto riportato da Giuliano Amato è destituito di fondamento confondendo egli l’accaduto del 1980 con un episodio nel quale effettivamente mio padre, nella funzione di Presidente del Consiglio favorì il salvataggio del “Rais”. Si tratta della vicenda del tentativo di eliminazione di Gheddafi da parte dei nostri alleati americani esattamente sei anni dopo, nel 1986.
Il diniego del sorvolo del territorio italiano per un’operazione militare non concordata in ambito dell’alleanza di una pattuglia di caccia bombardieri in volo dalle Azzorre per andare ad eliminare il leader libico provocò un ritardo essenziale affinché egli si potesse mettere in salvo. Gli americani naturalmente ne furono molto irritati. Tuttavia, sulla posizione essenziale di mantenimento dell’Italia nel perimetro occidentale l’esperienza del suo governo fu sempre assoluta.
Non condivideva l’atto unilaterale americano non ritenendo opportuno utilizzare nel Mediterraneo lo strumento della forza contro il Capo di uno Stato ritenuto in qualche modo non ostile all’Italia. Mio padre non conosceva direttamente il Colonnello e non ne aveva particolare stima, ma dalla sua sorte, come i fatti nel tempo si sono incaricati di dimostrare, dipendeva la stabilità del paese nordafricano.
L’episodio narrato è oramai riferito su molti libri storici, mi limito a riportarli. L’accostamento diretto o indiretto di mio padre Bettino Craxi alla tragedia di Ustica è totalmente fuori luogo, frutto immagino di un ricordo sfuocato. Questo non fa venire meno la mia stima ed il mio rispetto verso Giuliano Amato che fu impegnato al fianco di mio padre in una azione di Governo ancora oggi ritenuta mirabile.

Adesso quelli della Nato ci devono raccontare la storia dei testimoni di Ustica morti sempre in coincidenza con le udienze dove avrebbero potuto smascherare i loro crimini

anche Cossiga ??

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