TERRORISTI??

June 7, 2022
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Gli usi geopolitici di una tattica di lotta e di guerra. La favola del suo carattere prettamente antistatale, già smentita dal ‘virtuoso’ metodo di governo secondo Robespierre.

L’invenzione della ‘guerra al terrore’. I caratteri del jihadismo. Chi giudica i terroristi?

«Il califfo è morto, il califfato pure e anch’io non mi sento troppo bene». Forse il sulfureo drammaturgo franco-romeno Eugen Ionescu avrebbe reso così il sentimento paradossalmente funereo che domina nelle cancellerie in seguito alla dissoluzione dell’Organizzazione dello Stato Islamico (Is nell’acronimo inglese).

DA UN CERTO MOMENTO STORICO NASCONO E PROFILERANNO TUTTI I CALIFFATI. COME MAI? 

TERRCaliffato su Netflix

La Rivista Geopolitica, LIMES,  nell’analisi del fenomeno, scrive

Amnesie collettive

Prima e intorno al secondo conflitto mondiale, una nuova e determinante metamorfosi. Il lemma prende a essere usato per indicare una modalità di lotta sperimentata in Algeria, Kenya, Palestina e altrove dai movimenti di liberazione nazionali contro le potenze coloniali, utile per riequilibrare la sproporzione delle forze in campo fra i ribelli e gli apparati governativi e coloniali.

In Palestina, da allora tormentata senza fine, l’invenzione dello stragismo: prima ad opera di frange minoritarie e radicali dei sionisti, contro britannici e palestinesi; poi da parte di quest’ultimi per i decenni a venire contro gli ebrei e come arma di pressione contro la comunità internazionale.

Purtroppo il sistema dimostra di funzionare e la paura diviene così grammatica essenziale dei conflitti, con una macabra novità: la violenza non si indirizza più alle truppe nemiche, ma colpisce indiscriminatamente i civili inermi, trasformati in carne da macello delle contrapposte contese di potere.

A quel punto un’accorta propaganda politica confonde le etichette e ribattezza il terrorismo come «internazionale» o «globale», rappresentandolo come pericolo esistenziale per i poteri legittimi e la legalità internazionale.

Il terrorismo diventa il contrappunto del colonialismo e ingrediente della contrapposizione epocale fra potenze occidentali e popoli sottomessi. Da allora i terroristi privati sono giustamente messi all’indice come nemici del genere umano, ma certi Stati continuano ipocritamente a usare la paura come metodo di governo e come arma geopolitica, attraverso funzionari statali o gli stessi agenti privati che essi chiamano terroristi.

Insomma Viene da pensare che spesso, agli stati che detengono il potere, tutte le sigle terroristiche se non ci sono , conviene inventarle.

Sulla base di questa premessa tenteremo di fare luce verosimile.

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Nella storia recente, molti atti di terrorismo internazionale sono direttamente imputabili agli Stati: fra questi l’esplosione nel 1985 della nave di Greenpeace ad Auckland, opera dei servizi francesi; gli attacchi agli aeroporti di Vienna e di Roma dello stesso anno condotti dai palestinesi di Abū Niḍāl, con il sostegno libico; le stragi della discoteca La Belle di Berlino del 1986, del volo Pan Am 103 esploso nei cieli di Lockerbie in Scozia nel 1988, e del volo Uta 722 del 1989, tutti ricondotti al governo della Libia di Gheddafi. Ancora più diffuso il terrorismo riconducibile ad agenti privati che agiscono per delega, con il sostegno o la compiacenza di governi: è il caso di al-Qā‘ida e dell’Is.

L’invenzione della guerra al terrore

George Walker Bush e la sua amministrazione detengono i diritti sul marchio «guerra al terrore», coniato all’indomani del fatale 11 settembre 2001, anche se la retorica retrostante era già vecchia di un secolo. Gli slogan politici essenzialmente servono obiettivi elettorali o esigenze di comunicazione di massa.

Quella formula perseguiva a spanne tre ordini di intenti. Primo: fare rapidamente dimenticare le negligenze e imperizie delle onnipotenti burocrazie di sicurezza, che – in una sbornia di dati, informazioni e analisi – non si erano accorte di niente. Secondo: nascondere sotto il tappeto le responsabilità dell’amministrazione Reagan che con la regia della Cia di William Casey aveva, in odio al Cremlino, sostenuto, ha finanziato e armato la guerriglia in Afghanistan mano nella mano con gli islamisti più radicali del globo – i wahabiti sauditi e i servizi segreti del presidente pakistano Zia, legati a doppio filo alle fazioni più fanatiche di mujāhidīn pakistano-afghani. 

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Loperazione continua, convertendo il doloroso trauma collettivo di una vulnerabilità tanto inaspettata da ottundere nell’accettazione acritica da parte degli americani di una lunga serie di misure militari e civili, draconiane e controproducenti: bombardamenti, invasioni, sorveglianze di massa (elettroniche e finanziarie in particolare), detenzioni arbitrarie, interrogatori «rafforzati», estradizioni «straordinarie», omicidi «preventivi». Il 7 ottobre inizia la guerra afghana; il 26 ottobre il Patriot Act è legge; un anno e mezzo più avanti a Baghdad sventola la bandiera a stelle e strisce.

Insomma se non c’era Bisognava inventarlo, il TERRORISMO ISLAMICO

Il pensiero dietro la formuletta è però poco limpido e il motto finisce col manipolare i suoi stessi ideatori. La war on terror, pensata come il viatico per far respirare lo status imperiale planetario dell’America, la chiude invece in uno stretto corridoio a senso unico, e senza fondo.

La missione è controversa fra gli ispiratori e interpreti. Oscilla fra il domare il mondo senza cercare di cambiarlo: scatenare la soverchiante potenza militare americana per intimidire i terroristi e i loro protettori; colpire e ritirarsi lasciando la gestione politica a leader compiacenti (ma stavolta non si trovano).

E, all’esatto opposto, il ridisegnare il globo modellandolo sugli imperituri valori americani di libertà, democrazia e capitalismo: restare dove serve, finché serve (a distanza di vent’anni la condizione non si è però ancora realizzata) .

Ma non funziona. Per l’America la guerra è persa e lascia una pesante eredità: la globalizzazione del terrorismo jihadista, la nascita del califfato e centinaia di migliaia di morti.

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Quante Ingiustizie sono state fatte, con la scusa del Terrorismo??

Terrorismo jihadista è un modo più accettabile di descrivere il fenomeno. Servono però dei chiarimenti fondamentali. Jihād in arabo ha il significato polisemico di «sforzo», «impegno» (sulla via di Dio) e «guerra legale». Quest’ultima accezione si fonda sul Corano: «Vi è prescritta la guerra anche se ciò possa spiacervi» .

Il sacro libro caratterizza il jihād come obbligo collettivo  nel senso di guerra connotata in senso religioso e di azione militare volta a espandere e difendere l’islam. Per essere legale la guerra religiosa deve soddisfare precise condizioni. Può condursi solo in conformità alla pronuncia di un’autorità riconosciuta: è tale per esempio la fatwā del jihād giusto pronunciata dall’ayatollah iracheno al-Sīstānī nel 2014 per chiamare alle armi i fedeli sciiti contro i terroristi dell’Is.

E deve poi rispettare precise proibizioni: del suicidio, del massacro indiscriminato («Combattete sulla via di Dio coloro che vi combattono, ma non oltrepassate i limiti, ché Dio non ama gli eccessivi» ), dell’uccisione di civili, donne e bambini

(«Non combattete chi non vi combatte, per esempio donne, bambini, monaci» ), dell’uccisione di musulmani, della tortura, della decapitazione, violenza sessuale, riduzione in schiavitù, del danneggiamento di luoghi sacri e via dicendo.

Il metodo terroristico dunque è di per sé radicalmente incompatibile con l’islam. Quella cui si richiamano i jihadisti-terroristi non è affatto un’interpretazione possibile e legittima della religione: è uno storpiamento abusivo, apocrifo.

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A vederla così si rimane stupefatti, Come fanno allora i super credenti Musulmani a non rispettare il LORO CREDO, con il rischio di essere scomunicati per sempre.

Inoltre se andiamo ad analizzare caso per caso, c’è una coincidenza temporale incredibile fra un’azione terroristica ed il successivo intervento della forza di democratizzazione Americana in qualsivoglia angolo della terra.

Non si può tuttavia, né si deve negare un legame fra islam, violenza e terrorismo. La grammatica comunicativa, propagandistica e inter-relazionale del terrorismo jihadista è infarcita di continui riferimenti all’islam. Ma sarebbe vano cercare spiegazioni, risposte preventive e repressive nel dominio della religione: è la geopolitica che chiama e alla geopolitica bisogna rispondere. Il potere è sempre al centro, non la spiritualità; la sostanza del fenomeno, a prescindere dalle motivazioni degli attori, è politica e geopolitica.

E’ per questo che a fronte di alcune AZIONI terroristiche si rimane perplessi. In particolare ci viene da riflettere su alcuni episodi terroristici, commessi in Europa, da esponenti terroristi che si sono lasciati esplodere per colpire, i nemici Cristiani.

E qui arriviamo al nostro costante CUI Prodest.

Se l’odio islamico è così profondo ed infinito verso il mondo occidentale di religione diversa.  Perchè compiere questi atti in OCCIDENTE.? Insomma se il mio odiato nemico vive nel mio stesso condominio in uno stato Islamico Africano, per esempio, perchè non colpirlo direttamente la, un giorno si un giorno no, piuttosto che farsi esplodere a migliaia di kilometri di distanza. ??

Ed al contrario, nel vissuto si nota che gli Islamici sono naturalmente “accoglienti” verso i residenti di altre religioni. In somma solamente in Africa vivono più di 200 milioni solo di cristiani.   Se la narrazione fosse così semplice perchè ogni giorno, non assistiamo a decine di punizioni religiose??

Ci sono molte cose che non ci convincono. Esattamente come non ci convincono le sfilate terroristiche con i Pick Up Toyota come una parata HOLLIWOODIANA

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Se poi andiamo a vedere alcuni episodi specifici di terrorismo, per adesso lasciamo stare BIll LADEN, rimaniamo ancora più perplessi. Per esempio se ci soffermiamo a quanto è accaduto in Iraq rimaniamo ancora più perplessi

Il marzo 2023  ha segnato 20 anni da quando gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno condotto la guerra in Iraq nel 2003. 

Storicamente, tuttavia, la guerra contro l’Iraq non è iniziata nel 2003 . È stata preceduta nel 1991 dalla cosiddetta “Guerra del Golfo”  ovvero “La Prima Guerra contro l’Iraq”

E nel 2014, una  terza guerra guidata dagli Stati Uniti contro l’Iraq  è stata lanciata sotto la bandiera della “campagna di bombardamenti antiterrorismo” di Obama del 2014.  

Una inchiesta  di Global Researc (GR) del 14 giugno 2014,  rivela come gli Stati Uniti e i loro alleati hanno facilitato l’incursione dei convogli di camion Toyota dello Stato Islamico (ISIS) in Iraq nel giugno 2014, prima dell’inizio della campagna di bombardamenti antiterrorismo lanciata da GR il 14 giugno 2014. Obama nell’agosto 2014.  

Vale la pena ricordare la storia dell’incursione iniziale delle forze dell’ISIS (estate 2014) e la cronologia che va dall’occupazione di Mosul (Iraq) nell’estate del 2014, segretamente sostenuta dagli Stati Uniti, alla “Liberazione” di Mosul tre anni dopo, che fu sostenuto anche dagli Stati Uniti e dai suoi alleati. 

Abbiamo a che fare con un diabolico programma militare e di intelligence.  

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Dal 2014 al 2017, l’Iraq e la Siria sono stati oggetto di continui bombardamenti sotto il mandato di un falso mandato di “antiterrorismo” 

Inoltre, è stato solo dopo che l’ISIS ha catturato Mosul e si è saldamente radicato in Iraq, che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno avviato, due mesi dopo, l’operazione “antiterrorismo”, presumibilmente contro l’ISIS. 

Con la cosiddetta “Liberazione” di Mosul (giugno-luglio 2017), è importante riflettere sul diabolico progetto di Washington.

Sono stati commessi estesi crimini di guerra contro il popolo iracheno. Le infrastrutture del paese sono state distrutte. Nel frattempo le brigate dell’Isis portate in Iraq nel giugno 2014 continuano ad essere “protette” dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti. 

A pensare male sembrano operazioni “concertate” al punto di fare eslamare pubblicamente  TRUMP nel 2016 : “Obama è il fondatore dell’Isis. Hillary la cofondatrice”

Quindi L’ISIS, una struttura dell’intelligence statunitense, è stato inviata in Iraq nell’estate del 2014. Con limitate capacità paramilitari ed ha occupato Mosul.

Le forze irachene sono state cooptate dagli Stati Uniti per lasciare che ciò accadesse. I comandanti militari iracheni sono stati manipolati e pagati, hanno permesso che la città cadesse nelle mani dei ribelli dell’Isis senza “che venisse sparato un solo colpo”. 

Il generale sciita Mehdi Sabih al-Gharawi , responsabile delle divisioni dell’esercito di Mosul, “aveva lasciato la città”. Al Gharawi aveva lavorato fianco a fianco con l’esercito americano. Ha assunto il comando di Mosul nel settembre 2011 al colonnello statunitense Scott McKean.  Nel giugno 2014, Al Gharawi è stato cooptato e ha ordinato ai suoi omologhi statunitensi di abbandonare il suo comando.

Poi, due mesi dopo, nell’agosto 2014, Obama lanciò una cosiddetta “operazione antiterrorismo” contro l’ISIS saldamente radicato a Mosul.

Non è quanto meno paradossale, se non criminale questa “falsa” operazione di antiterrorismo è stata lanciata contro terroristi sostenuti e finanziati da Stati Uniti, Regno Unito, Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Israele (tra gli altri)., 

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Tre anni di estesi attentati CONTRO L’IRAQ sotto un falso mandato antiterrorismo. (2014-2017)

L’intento ultimo dell’America era quello di distruggere, destabilizzare e fratturare l’Iraq come Stato nazionale. Tale obiettivo è stato ampiamente raggiunto. 

La “Liberazione” di Mosul da parte degli Stati Uniti e delle forze alleate costituisce un vasto crimine contro l’umanità consistente nel sostenere attivamente l’occupazione di Mosul da parte dei terroristi dell’ISIS, e poi intraprendere una vasta campagna di bombardamenti per “liberare” la città.  

“A favore” o “contro” l’Isis, questo è il problema

Per amara ironia, secondo le dichiarazioni ufficiali di Obama (2016), i bombardamenti erano diretti “contro” gli stessi terroristi dell’ISIS i cui convogli di camion Toyota erano stati in primo luogo oggetto del sostegno e della protezione degli Stati Uniti. 

In pratica i bombardamenti erano diretti contro il popolo iracheno. L’operazione antiterrorismo era una guerra di aggressione sotto mentite spoglie. 

 

Tre anni di estesi attentati CONTRO L’IRAQ sotto un falso mandato antiterrorismo. (2014-2017)

L’intento ultimo dell’America era quello di distruggere, destabilizzare e fratturare l’Iraq come Stato nazionale. Tale obiettivo è stato ampiamente raggiunto. 

La “Liberazione” di Mosul da parte degli Stati Uniti e delle forze alleate costituisce un vasto crimine contro l’umanità consistente nel sostenere attivamente l’occupazione di Mosul da parte dei terroristi dell’ISIS, e poi intraprendere una vasta campagna di bombardamenti per “liberare” la città.  

“A favore” o “contro” l’Isis, questo è il problema

Per amara ironia, secondo le dichiarazioni ufficiali di Obama (2016), i bombardamenti erano diretti “contro” gli stessi terroristi dell’ISIS i cui convogli di camion Toyota erano stati in primo luogo oggetto del sostegno e della protezione degli Stati Uniti. 

In pratica i bombardamenti erano diretti contro il popolo iracheno. L’operazione antiterrorismo era una guerra di aggressione sotto mentite spoglie. 

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I terroristi dello Stato Islamico sono descritti come nemici dell’America e del mondo occidentale.

Ampiamente documentato, lo Stato Islamico è una creazione dell’intelligence occidentale, sostenuta dalla CIA e dal Mossad israeliano e finanziata dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, ecc. 

Abbiamo a che fare con un’agenda militare diabolica in base alla quale gli Stati Uniti prendono di mira un esercito ribelle finanziato direttamente dagli Stati Uniti e dai suoi alleati. L’incursione in Iraq dei ribelli dello Stato islamico a fine giugno faceva parte di un’operazione di intelligence attentamente pianificata.

I ribelli dello Stato islamico, precedentemente noto come Al Qaeda in Iraq, sono stati segretamente sostenuti da Stati Uniti, NATO e Israele per condurre un’insurrezione terroristica contro il governo siriano di Bashar Al Assad. Le atrocità commesse in Iraq sono simili a quelle commesse in Siria. Gli sponsor dell’Isis, compreso Barack Obama, hanno le mani sporche di sangue.

L’uccisione di civili innocenti da parte dei terroristi dello Stato Islamico crea un pretesto e la giustificazione per l’intervento militare statunitense per motivi umanitari. Non dimentichiamolo, i ribelli che hanno commesso queste atrocità e che sono presumibilmente bersaglio dell’azione militare statunitense sono sostenuti dagli Stati Uniti.

I bombardamenti ordinati da Obama non hanno lo scopo di eliminare i terroristi. Al contrario, gli Stati Uniti stanno prendendo di mira la popolazione civile e il movimento di resistenza iracheno.

L’obiettivo finale era destabilizzare l’Iraq come stato nazionale.

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La cattura di Mosul da parte dell’Isis non sarebbe avvenuta senza il sostegno degli Stati Uniti afferma il prof. Michel Chossudovsky di “GR”

. Si trattava di un’operazione di intelligence sponsorizzata dagli Stati Uniti, che consisteva nel sostenere sia le forze governative irachene che i terroristi dell’ISIS-Daesh. È stato un evento organizzato. 

Allo stesso modo, la “Liberazione” di Mosul annunciata dal presidente Obama rientra in questo processo. È anche un evento organizzato. Si trattava di evacuare i terroristi Isis-Daesh che occupavano la città di Mosul e di ridistribuirli in Siria.

L’obiettivo inespresso era quello di “sostituire” i terroristi dell’ISIS-Daesh e di Al Nusra sconfitti dalle forze siriane con il sostegno della Russia con un nuovo afflusso di terroristi dall’Iraq.  

Washington ha promesso di proteggere l’uscita e il “trasferimento” dei ribelli dell’Isis da Mosul a condizione che vadano in Siria. Nessun attacco aereo diretto contro i convogli ribelli ISIS-Daesh in ritirata sarà lanciato dalle forze della coalizione guidata dagli Stati Uniti

La “Liberazione di Mosul” era necessaria come mezzo per ridistribuire i terroristi verso la Siria. È stato venerato e celebrato come un risultato nell’ambito della “campagna antiterrorismo” di Obama lanciata nel 2014.

La “liberazione di Mosul”, prevista da Washington per la metà-fine ottobre 2016, è iniziata. Sarà attuato nell’ambito di un’operazione consistente nel “passaggio sicuro” da Mosul di circa 9.000 ribelli ISIS-Daesh verso la Siria. L’Arabia Saudita stava collaborando con gli Stati Uniti in questa operazione:

“Al momento dell’assalto, gli aerei della coalizione avrebbero colpito solo gli edifici prestabiliti nella città, che erano vuoti, ha detto la fonte.”

“Secondo lui [la fonte], il piano di Washington e Riad prevede anche che i ribelli si spostino da Mosul in Siria per attaccare la città delle truppe controllata dal governo”.

In sostanza, Washington e l’Arabia Saudita consentiranno il passaggio GRATUITO in Siria a 9.000 combattenti dell’ISIS (Stato Islamico) se accettano di unirsi alle operazioni di “cambio di regime” di Washington in quel paese . Ciò potrebbe anche includere: “… le regioni orientali della Siria seguiranno un’importante operazione offensiva, che prevede la cattura di Deir ez-Zor e Palmira”, ha aggiunto la fonte. Patrick Hennigsen, 21st Century Wire , 13 ottobre 2016)

Michel Chossudovsky, ottobre 2016, 16 marzo 2023, 2 gennaio 2024

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