Italia Colonia Amerikana

January 16, 2024
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Ancora prima della marcia su Roma il Duce cercò di garantirsi l’appoggio dei capitali americani, in tutti i modi.

Con poche distinzioni tra le amministrazioni repubblicane e quelle democratiche, il sistema politico, l’industria culturale e l’opinione pubblica americani fiancheggiarono e foraggiarono Mussolini per quasi vent’anni: dalla sua ascesa al potere, con la Marcia su Roma del 28 ottobre 1922, praticamente fino all’entrata in guerra del gigante a stelle e strisce, nel dicembre 1941.

Un grande ruolo, nell’indurre i presidenti Usa a tenere la barra ferma nella posizione di sostegno al Duce e al suo regime, venne giocato dalla vasta comunità degli immigrati di origine italiana – bacino elettorale che nessuno statista accorto poteva inimicarsi –, i cui umori e sentimenti volgevano a netto favore dell’esperimento fascista.

Ma anche i Rothschild.  Avevano fatto, qualche anno prima la loro parte.

E poi Naturalmente la CIA

Una Dipendenza Coloniale Evidente ed Invadente, che tenteremo di rappresentare documentalmente

america fascioele

Il colpo di Stato delle camicie nere del 1922, per cominciare, venne preceduto da uno strano colloquio tra il Duce e l’ambasciatore americano in Italia, Richard Washburn Child, che più tardi avrebbe vestito i panni del biografo americano del capo del fascismo. Quell’anomala visita al diplomatico aveva tutto il sapore di un tentativo di ricevere l’avallo preventivo del governo di Washington all’assalto al cuore delle istituzioni da parte degli squadristi. 

Da quanto accadde poi, si ha ragione di credere che quell’accordo vi sia stato. Il nuovo governo fascista, che nella sua prima fase fu liberista in economia e si resse sul sostegno del libero Parlamento, divenne infatti il volano degli investimenti dei grandi capitali statunitensi nella Penisola.

americarichard

 I presidenti repubblicani Warren G. Harding, Calvin Coolidge ed Herbert Hoover si preoccuparono anzitutto di mandare a Roma rappresentanti e negoziatori in grado di garantire le migliori intese con il dittatore. Oltre al già citato ambasciatore Child, altri personaggichiave dell’approccio distensivo con Roma furono il ministro del Tesoro e il segretario di Stato dell’amministrazione Coolidge, rispettivamente Andrew Mellon e Frank Kellogg, ma anche il banchiere Thomas William Lamont, direttore della J.P. Morgan, e il capo della diplomazia del successivo governo Hoover, Henry Stimson.  A tale proposito, pare che la corrente di fiducia, e di simpatia, che si instaurò tra Hoover e Mussolini, fosse dovuta anche al fatto che il capo della Casa Bianca aveva avuto un padre fabbro come il Duce. 

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I capitali d’oltreatlantico furono impiegati soprattutto nel campo delle opere pubbliche, per l’ammodernamento della rete infrastrutturale del Paese: da quella ferroviaria a quella portuale. Un grande ruolo lo giocarono i programmi per l’elettrificazione.

Nel 1929, gli investimenti americani ammontavano a 66,5 miliardi di dollari. Una forte presenza di capitali Usa si registrava nei settori della lavorazione dei metalli leggeri, non ferrosi, come l’alluminio, lo zinco e il rame, con una grande ricaduta sull’industria navale, aeronautica e ferroviaria.

Tra le molte società coinvolte in attività economiche pubbliche e private, figuravano la Ford, l’Allied Machinery, la Westinghouse, e la National Cash Register, azienda produttrice di registratori di cassa e macchine contabili.

Con l’avvento del New Deal rooseveltiano, ossia la risposta dei pubblici poteri alla depressione seguita al tracollo del 1929, si registrò un’altra, significativa sintonia tra Roma e Washington. Il Duce considerò infatti, con discorsi e interventi anche sulla stampa d’oltreoceano, l’esperimento dell’amministrazione democratica come una variante americana del corporativismo fascista

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L’interesse dell’america per Mussolini, mostrato in continuus dal governo, diviene molto più manifesto, per l’intervento di Wall Street a supportare la dittatura del Duce.

Wall Street JPMorgan🇺🇸 ha finanziato l’#Italia 🇮🇹 fascista di #Mussolini nel 1925, 1927 e 1928 per una cifra totale di 225 milioni $ !!

Nel 1928 a Roma la prima presenza fisica di JPMorgan Chase nel paese.

mussowall

Ma l’empatia finanziaria fra L’impero Americano e la Colonia Italia. Continuò non stop con altri personaggi della Intelligence statunitense, ed i nuovi governi che si sono succeduti negli anni nella Colonia; Sopratutto naturalmente della CIA, quella non manca mai.

Negli anni ’50…in Italia soprattutto, la CIA stava cominciando a finanziare segretamente la #DC “con pagamenti in media fino a 30 milioni di dollari all’anno…”. Inganni mortali di Ralph #McGhee agente CIA per 25 anni (1983)

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amercia

Che dire la colonizzazione dell?talia da parte degli imperi, era cominciata da tempo.

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#Regno L’#Italia e il sistema finanziario internazionale 1861-1914 : Il prestito dei #Rothschild

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Solo da questi primi documenti, desecrtati da J.A.   Si evince, come una potenza planetaria, come l’Amerika, può giocare qualsiasi RUOLO. Pro o Contro a seconda dell’interesse del Momento. Tutti gli imperi che si sono succedutinel Pianeta Hanno fatto e faranno così.

L’importante è che noi sudditi ne siamo almento consapevoli.

Continueremo in rpgressione a mostrarvi altri documenti declassificati, Relativi Alla America e le sue Colonie

americacolo
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