MadamatoFascista

October 18, 2025

Quello che fece Montanelli si chiamava “madamato” ed era una pratica molto in voga nel 1936; tutti i fascisti avevano la propria madama minorenne dentro al letto.

Libia: nel 1930, una fase di “pacificazione” rapidamente sanguinante

 la Libia era i Sogno DEL DUCE; l’unica possibilità per il Duce di imporre la propria presenza in questa parte del continente.

Sebbene possedimento italiano dal 1911 (almeno due regioni costiere, Tripolitania e Cirenaica), la Libia sfuggì al controllo della penisola. Mussolini lanciò quindi un’operazione di riconquista nel 1929. Nominò governatore il maresciallo Pietro Badoglio (1871-1956), la cui missione era quella di “pacificare la Libia e porre fine alla resistenza tribale”.

Quando Nel 1930, il generale Rodolfo Graziani, uno degli scagnozzi del Duce, fu inviato per sedare la ribellione. La brutalità da lui dimostrata gli valse il soprannome di “macellaio del Fezzan” dove  La repressione fu di dimensioni senza precedenti. 

Lo storico italiano Nicola Labanca, in Oltremare, Storia dell’espansione coloniale italiana ( ed. Decitre, 2014 ), non esita a usare il termine genocidio. E aggiungeva: “Su un totale di poco meno di 200.000 abitanti nel 1911, si stima che la metà sia morta in questi campi”.

PEDOFILIA E FASCISMO

MEMORIE DI MONTANELLI

Quello che fece Montanelli si chiamava “madamato” ed era una pratica molto in voga nel 1936; tutti i fascisti avevano la propria madama minorenne dentro al letto. Montanelli acquistò una moglie dodicenne (12 ANNI) durante la stagione del colonialismo fascista in Eritrea.“aveva dodici anni, ma non mi prendere per un Girolimoni ( famoso pedofilo arrestato all’epoca), a dodici anni quelle lì erano già donne. L’avevo comprata a Saganeiti assieme a un cavallo e un fucile, tutto a 500 lire. Era un animalino docile, io gli  misi su un tucul (semplice edificio a pianta circolare con tetto conico solitamente di argilla e paglia) con dei polli. E poi ogni quindici giorni mi raggiungeva dovunque fossi insieme alle mogli degli altri ascari“.

Pare che avessi scelto bene – racconto’ Montanelli – era una bellissima ragazza, Milena, di dodici anni. Scusate, ma in Africa e’ un’altra cosa. Cosi’ l’avevo regolarmente sposata, nel senso che l’avevo comprata dal padre.
La moglie bambina di Montanelli (abbandonata al suo Tucul e al suo destino quando il giornalista è rientrato in Italia); le leggi razziali proibivano di elevare al rango di moglie vera e propria una “madama” acquistata per i soggiorni nelle colonie.

Quersto era  “Montanelli”, Indro MOntanelli, Uno dei giornalisti più osannati in Italia. Dagli Italiani Brava Gente di Oggi.

Ma non era un eccezione anzi faceva parte della quotidianità. I ns coloni ed i miliatari si vantavano di questo, a leggere la loro corrispondenza o dalle loro foto cartoline. Ho comprato una tredicenne, convivo co 2 dodicenni. Una pacchia

Qua siamo Tutti super Machi Italiani.

L’infinita, sporca, immane violenza degli Italiani Brava Gente, si accentuò , con la legge Fascista del Madamato.

quando l’Italia rese legale lo stupro delle bambine

Una Alibi Orrendo. che i soldati italiani utilizzarono per poter stuprare bambine abissine, libiche e, secondo alcune testimonianze, anche in Grecia

I soldati italiani e le spose bambine

I soldati erano spinti a scegliere spose bambine vergini anche per arginare la possibilità che essi frequentassero bordelli o case di tolleranza e quindi avere la possibilità di contrarre malattie veneree.

Le bambine venivano strappate alle famiglie. Molto spesso si trattava di giovani che non avevano ancora raggiunto il menarca e lo sviluppo fisico sarebbe comparso anni dopo.

Si, avete capito bene, stiamo parlando di pedofilia.

Se caso mai avreste difficoltà a capire, se non mi sono spiegato bene, Si tratta, di sporca, violenta, PEDOFILIA legalizzata, dal REGIME.

Sarà per questo che ancora ad oggi in Italia si registrano migliaia di CASI DI PEDOFILIA

(SOLO QUELLA DENUNCIATA)

Immagino sarete increduli… è stato tutto ben nascosto, i Nostri Nonni non ne parlavano chiaramente a casa, e le nostre nonne anche se lo sapevano chiudevano un occhio. Inoltre la propaganda riportava le atroità Coloniali Fasciste come un Viaggio, una esperienza esotica. I nostri settimanali pubblicavano continuamente Cartoon delle Avventure esotiche al grande pubblico. 

Con la Tipica Ironia Italiana- Gli Italiani sono anche Ironici.. E quindi….

anche nelle cartoline del tempo delle magnifiche conquiste. 

L’Italiano è un grande CONQUISTATORE

ed il Fascismo il suo verbo. PURO E DURO

Il Madamato Ha termine con le leggi Razziali.

infatti nel 1937, solo con la promulgazione delle leggi razziali , e solo in virtù della protezione della razza italiana, il fenomeno si arrestò.

RdL n. 880 del 19 aprile 1937, Sanzioni per i rapporti di indole coniugale tra cittadini e sudditi.

Il cittadino italiano che nel territorio del Regno o delle Colonie tiene relazione d’indole coniugale con persona suddita dell’Africa Orientale Italiana o straniera appartenente a popolazione che abbia tradizioni, costumi e concetti giuridici e sociali analoghi a quelli dei sudditi dell’Africa Orientale Italiana è punito con la reclusione da 1 a 5 anni.

È dunque nel contesto del travagliato consolidamento del neonato impero che si vara, tra il 1937 e il 1940, una legislazione da apartheid nei territori dell’Aoi, codificando così – ed è un bieco primato storico del fascismo – la rigida divisione degli spazi privati e pubblici tra gli italiani e le popolazioni locali, nel tentativo di alzare muri impenetrabili tra le due componenti etniche, nello sforzo di segregare i sudditi africani per impedirne o ridurne al minimo i contatti con i militari e i coloni provenienti dalla madrepatria.

Già nell’agosto del 1936, il ministro delle Colonie Alessandro Lessona comunica al viceré d’Etiopia, Rodolfo Graziani, «lo Scipione del fascismo», una serie di direttive tese a instaurare la separazione netta e assoluta tra bianche e uomini di colore.

La legge sul  Madamato diviene, la prima legge «di tutela della razza» promulgata dal regime fascista, essa proibisce i rapporti di tipo coniugale tra i legionari fascisti e le donne autoctone. Più che mettere fine al fenomeno molto diffuso delle unioni temporanee, si crea un clima di condanna morale delle relazioni interrazziali, che favorisce la recrudescenza degli atti di violenza a scapito delle donne indigene.

Comunque, in un breve lasso di tempo i provvedimenti di tipo segregazionista sono destinati a inasprirsi, vietando la promiscuità sui mezzi pubblici e diffidando gli italiani dall’abitare nei quartieri degli indigeni. Queste misure saranno perfezionate con l’introduzione del nuovo reato di «lesione del prestigio della razza» e, nel maggio 1940, con norme speciali per i “meticci”.

Si passa, così, dal razzismo paternalistico dell’età liberale, le cui parole d’ordine erano l’«incivilimento» e l’assimilazione, al razzismo biologico e istituzionalizzato della dittatura mussoliniana, con la messa a punto di una normativa che contempla pene severe per quanti tra gli italiani trasgrediscono.

Un nome su tutti: Lidio Cipriani. Quest’antropologo, uno dei dieci firmatari del Manifesto della Razza (14 luglio 1938), non esita a sostenere che «Niente, meglio del razzismo, giustifica i possessi coloniali in Africa». Dal canto suo, l’antichista Roberto Paribeni enfatizzerà nel 1942 la ‘congenita inferiorità’ degli africani, descrivendo il Continente Nero come un immenso spazio «di minorenni», «un caso fisiologico di infantilismo collettivo».

Sicuramente il pretesto dell’interruzione del Madamato non fu nobile, anzi.

La pedofilia continuò all’infinito, con maggiore spudoratezza, con maggiore violenza

Con Maggiore SCHIFO

Passioni di Montanelli

Altre VERITA’ NASCOSTE E CANCELLATE

NAZIONI UNITE SOMALIA1
SOMALIA ONU E BAMBINE DEFLORATE
ACCUSE AL GOVERNO ITALIANO PER INCORAGGIAMENTO DELLA PROSTITUZIONE

Se la ricerca storica ha riportato alla luce e messo a fuoco le manifestazioni più truculente e imbarazzanti del colonialismo italiano otto-novecentesco, larghi strati della società invece continuano di fatto a ignorarle.

La violenza, gli stermini, il razzismo, che hanno costellato sin dall’età liberale la non effimera vicenda coloniale italiana, risultano aspetti di un capitolo della storia unitaria che stenta ad essere pienamente recepito dalla coscienza nazionale; un capitolo spesso rimosso o addirittura negato, in nome della convinzione tuttora diffusa dell’atipicità del colonialismo italiano.

Perciò, sono ancora pochi coloro che colgono i nessi tra ieri e oggi, tra ex colonie e flussi migratori, tra ciò che si autorappresentava come Africa italiana e i figli della contraddittoria stagione del post-colonialismo.

Ma, se non si è in grado di fare i conti con il «cuore di tenebra» (Joseph Conrad) del proprio passato colonialista, come si può riconoscere il razzismo attuale?

Mistificato o persino rivendicato, quel passato non può che perdurare come retaggio di stereotipi, di pregiudizi che si riverberano sul presente e fanno da sfondo alla retorica e alle politiche propugnate sull’immigrazione dai nocchieri del populismo sovranista.

( Credits Francesco Soverina, Istituto campano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea)

Conludiamo questo post con una nota di profonda tristezza.

Non basterà una SOLA doccia per pulirmi di tutto questo sporco.

Spero che i lettori attenti, umani, di questo post si rendano conto di tutto il male che siamo capaci di fare NOI ITALIANI, Brava GENTE.

Spero che riportaTe QUESTE VERITà ai VS figli, fra un Burraco e l’altro.

Ai VS Nipoti almeno.

Spero poi che non abbiate sentimenti di pietà. La pietà non serve a nessuno;

serve PORRE RIPARO CONCRETAMENTE

e QUANDO vedete un Ragazzo Africano per strada, ricordatevi che potrebbe essere con buona certezza un Vostro PARENTE 


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