Fondamentalismo Giudaico

January 13, 2024
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14Allora il Signore disse ad Abram, dopo che Lot si era separato da lui: «Alza gli occhi e, dal luogo dove tu stai, spingi lo sguardo verso il settentrione e il mezzogiorno, verso l'oriente e l'occidente. 15Tutta la terra che tu vedi, io la darò a te e alla tua discendenza per sempre." (Gen. 13, 14-15) "18 In quel giorno il Signore concluse quest'alleanza con Abram: «Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d'Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate; 19 la terra dove abitano i Keniti, i Kenizziti, i Kadmoniti, 20 gli Ittiti, i Perizziti, i Refaìm, 21 gli Amorrei, i Cananei, i Gergesei e i Gebusei» (Gen. 15, 18-21)

Il fondamentalismo ebraico è un fenomeno relativamente moderno. Fino al XVIII
secolo, quando comparse l’Haskalah, il movimento dell’illuminismo ebraico, e
soprattutto nel XIX secolo, quando gli ebrei europei fecero il loro ingresso nella società
e nella modernità accedendo alla cittadinanza, gli Ebrei nell’insieme hanno adottato
un tenore di vita abbastanza simile e tradizionale, ovunque nelle rispettive comunità.
Questo, però, non ha impedito che si palesassero delle differenze fra di loro. Infatti,
già nel XVIII secolo si delineò l’opposizione fra, da una parte, gli Hassidim (in ebraico
significa pio) che originariamente provenivano dall’Ucraina ed erano seguaci di Baal
Shem Tov (1698-1760) il quale dava la priorità all’unione con Dio attraverso la gioia e
la danza, e, dall’altra parte, i mitnagdim (in ebraico significa oppositori) che erano
originari della Lituania e consideravano prioritario lo studio sopra ogni altra cosa.
Coloro che volevano ritirarsi dalla società per paura dell’integrazione e del rischio
che il loro carattere ebraico scomparisse, si definivano ortodossi – con varianti che
spaziavano da un’ultra-ortodossia, molto chiusa, ad una neo-ortodossia più aperta
verso la società moderna.

Fondamentalismo e Sionismo
Il ritorno della sovranità ebraica in Israele ha comportato divisioni
significative nel mondo ebraico, soprattutto fra coloro i quali sono più
fondamentalisti nella loro professione di fede. Gli ortodossi, sospettosi rispetto
all’ambizione sionista di creare uno stato ebraico sovrano, furono gli ultimi a schierarsi
dalla parte di questo movimento. Secondo il pensiero tradizionale ebraico, la
distruzione del Tempio di Gerusalemme (nel 70 d.C.), la vittoria dei Romani sulla rivolta ebraica (nel 135 d.C.) e la dispersione degli ebrei fra le nazioni (la Diaspora) sono una
punizione divina imposta al popolo ebraico. Soltanto Dio può decidere sul “riportare
tutti gli esiliati” alla terra di Israele. 

Un’ampia maggioranza fra gli ebrei ortodossi e quelli ultra ortodossi ha accettato la
realtà dello stato ebraico, anche se accusano lo Stato di Israele di non essere
abbastanza ebraico nelle proprie istituzioni e nello stile di vita della maggior parte della
sua popolazione. In particolare, due gruppi si oppongono a causa di punti di vista
radicalmente differenti:
I Neturei Karta (in aramaico guardiani della città) credono che l’esistenza di Israele
sia una forma di ribellione contro Dio perché fu creato contro la Sua volontà dagli
ebrei non praticanti. Rifiutano lo Stato di Israele le cui leggi votate democraticamente
non sono conformi ai requisiti dell’Halakha (legge e giurisprudenza religiosa). Pur
essendo una minoranza, essi ottengono visibilità attraverso atti di trasgressione, come
offrire il proprio appoggio ai più diretti oppositori di Israele

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