ColoniSion

November 3, 2023
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Quando si parla di coloni e insediamenti israeliani della Cisgiordania, o West Bank, si intendono le comunità formate da cittadini di Israele nei territori occupati della Palestina sulla sponda occidentale del fiume Giordano dopo la Guerra dei sei giorni del 1967. La loro nascita deriva da un processo di colonizzazione illegale e violento, cresciuto sotto la spinta del partito nazionalista di destra Likud.

Si Tratta di Aree agricole ed abitazioni, occupate con la FORZA, da Immigrati ( da tutto il mondo), scacciando i leggittimi proprietari i Palestinesi. Fuori dalle case, dai villaggi, dai terreni di proprietà

Tutto questo con la complicità  delle Democrazie Occidentali

I Coloni “Immigrati” ricevono, da parte dello stato Israeliano: le abitazioni già costruite con i sevizi, e cospicui incentivi economici per avviare attività agricole o artigianali, Per favorire l’immigrazione nei territori Palestinesi. E Li Chiamano COLONI

La Mappa che segue mostra la progressione delle occupazioni dei territori palestinesi

L’espropriazione forzata avviata da più laustri dai Coloni Sionisti ha costretto in progressione I palestinesi, padroni di casa, ad emigrare sempre in territori più ristretti. In Particolare, 

Dal 1967 in avanti molti israeliani hanno approfittato del controllo militare di Israele sulla Cisgiordania per costruirci case e fondare comunità a forte carattere ebraico, rivendicando il proprio legame col territorio. Ancora oggi una parte degli israeliani ritiene che quei territori “appartengano” al popolo ebraico per ragioni culturali e religiose, e che Israele le abbia conquistate sul campo nella Guerra dei sei giorni: per queste ragioni respingono le accuse di occupare un posto che appartiene ad altri. A maggior ragione se disabitato o incolto, come parte dei terreni su cui in origine sono nate le colonie.

La Quarta convenzione di Ginevra, l’ultimo dei quattro principali trattati internazionali sul diritto di guerra firmati nel 1949, stabilisce che una potenza occupante – come Israele, in questo caso – non possa trasferire i propri civili su un territorio occupato. Per questa ragione la maggior parte delle organizzazioni internazionali e degli esperti di diritto considera le colonie israeliane illegali.

l percorso che ha portato a questi recenti avvenimenti è lungo più di cinquant’anni. Esso inizia con la fine della guerra dei Sei giorni (10 giugno 1967), durante la quale Israele occupò l’intera Cisgiordania. Il 27 giugno 1967 la Knesset votò un provvedimento per estendere la legge, la giurisdizione e l’amministrazione israeliana sulla parte orientale di Gerusalemme. I dirigenti israeliani affermarono che non si trattava di annessione ma di semplice integrazione all’interno della sfera amministrativa e municipale della loro capitale. Per definire la volontà di dotare Gerusalemme Est di uno status differente dal resto dei Territori occupati usarono l’espressione «riunificazione amministrativa». Il giorno successivo il governo israeliano definì l’area da sottoporre alla sua giurisdizione: a ovest i confini rimasero inalterati mentre a est furono allargati ben oltre le linee di armistizio del 1948, tracciati in modo da annettere più territorio possibile e limitare al massimo la popolazione araba. L’area municipale israeliana risultò triplicata: oltre ai 6,5 kmq della Gerusalemme giordana (Città Vecchia e dintorni) ne furono annessi altri 64,5 di Cisgiordania, comprendenti 28 villaggi arabi. Sommata al territorio municipale della parte occidentale, questa Gerusalemme allargata raggiungeva i 108 chilometri quadrati. Essa comprendeva 263.300 abitanti, 197.700 ebrei e 68.600 arabi.

Gli insediamenti sono quindi il frutto di una politica imperialista ed espansionista e di un lungo processo di colonizzazione. Le violenze e le violazioni dei diritti umani compiute nel processo coloniale, che dura ancora oggi, sono state condannate anche dall’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite (Unhcr) e vengono riconosciute come una delle ragioni che hanno portato alla radicalizzazione dei miliziani di Hamas, come sostenuto dal segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.

24 Giugno 2020

L’Onu a Israele: “No all’annessione di parti della Cisgiordania”. Gli Usa danno il loro via libera “Grave violazione del diritto internazionale” afferma Guterres. La stessa Corte Suprema israeliana il 10 giugno scorso ha annullato come “incostituzionale” la legge che legalizzava insediamenti ebraici in Cisgiordania: “Viola i diritti di proprietà e di eguaglianza dei palestinesi, mentre privilegia gli interessi dei coloni israeliani sui residenti palestinesi”. Sabato marce e sit-in in tutta Italia – See more at: http://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/Onu-Guterres-Israele-abbandoni-piani-annessione-parti-di-Cisgiordania-via-libera-Usa-Pompeo-Netanyahu-2ef11cf7-f70f-41ad-86f3-0393eeeaa285.html

Il segretario generale dell’Onu  Antonio Guterres ha invitato il “governo israeliano ad abbandonare i  suoi piani di annessione” di parti della Cisgiordania, sollecitando “i leader israeliani e palestinesi a impegnarsi in un dialogo con il sostegno della comunità internazionale”. “L’annessione di pa – 

Ma I coloni non si fermano Cisgiordania e Gaza “già sono occupate dall’esercito, che è dappertutto, e permette ai coloni israeliani di appropriarsi della terra dei palestinesi, commettendo violazioni in piena impunita'”.  A difesa degli insediamenti, già condannati dall’Onu e dall’Unione Europea, riferisce Salman, “i coloni possono usare armi e minacciano le esistenze dei palestinesi, rubando loro terra e averi”. – 

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