Monte Urbano

June 2, 2025

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L’idea di un continente opposto, la “Terra Australis”, situato a sud del pianeta, era un’ipotesi antica che si basava sull’idea di un equilibrio geografico tra gli emisferi. Questa ipotesi, prima della scoperta dell’Antartide, giustificava la mancanza di terre emerse nell’emisfero australe, supponendo una “Terra Australis” che avrebbe riequilibrato la massa continentale dell’emisfero settentrionale. L’Antartide, scoperto successivamente, si è rivelato essere quel continente, e la Terra Australis, in realtà, si è rivelata essere composta principalmente dall’Antartide e dall’Australia.

Ma è proprio tutto così evidente??

Nel 1576 il navigatore spagnolo Juan Fernandez, che già aveva scoperto l’arcipelago recante oggi il suo nome, si spinse ancora più lontano dalle coste occidentali del Sud America, in direzione Ovest, e disse poi di aver raggiunto una terra assai vasta, solcata da grandi fiumi e popolata da indigeni ospitali e civili, vestiti con abiti di stoffa.

Quasi di colpo, dopo il secondo viaggio di Cook intorno al mondo e la sua discesa oltre il Circolo Polare Antartico (1772-73), spariva dalle carte geografiche il fantomatico continente australe, che aveva acceso la fantasia di generazioni di scienziati e di navigatori: infatti, se anche una terra emersa esisteva ancora più a sud, non poteva essere che un desolato deserto di ghiacci, perennemente avvolto nella nebbia e reso quasi inaccessibile dalla presenza dei lastroni galleggianti, grandi talvolta come vere e proprie isole.

Eppure, gli ultimi riflessi dell’antica credenza erano duri a morire: Scott, nel 1904 stava ancora cercando l’isola Dougherty e Shackleton, nel 1912, faceva lo stesso con l’isola Emerald…

Così ha riassunto la vicenda della scomparsa del mito del continente australe l’esploratore polare Wally Herbert nel suo libro Deserti polari (titolo originale: «Polar deserts», Collins, Glasgow, 1970; traduzione italiana di Francesco Saba Sardi, Rizzoli, Milano, 1971, pp. 86-88):

In concomitanza con ogni nuova scoperta compiuta nell’emisfero meridionale, la Terra Australis sulle carte andò dilatandosi, fino a da avvicinarsi col suo perimetro settentrionale al Tropico del Capricorno..

Sulle carte il continente meridionale rimase anche dopo che gli Olandesi ebbero dimostrato che l’Australia era circondata da ogni parte dal mare, e anche in seguito alla riconferma di Cook, che neppure la Nuova Zelanda faceva parte del misterioso continente preposto all’equilibrio del mondo. E, nonostante che Cook si limitasse prudentemente ad affermare probabile la presenza di un continente del genere, per Londra si diffuse la voce che egli in effetti lo aveva scoperto e anzi trovato popolato da genti “ospitali, intelligenti e civili”.

È lecito presumere che i cartografi dell’epoca, delusi all’idea che la fertile terra dei loro sogni si trasformasse in una gelida distesa di ghiacci, preferissero, piuttosto, farla sparire senza lasciare tracce; certo è, comunque, che la cancellarono dalle mappe e, mentre in ogni altra parte del mondo gli esploratori con febbrile attività dilatavano i limiti delle terre note, il gelido Sud restò inviolato: per la prima volta da oltre duemila anni, era diventato inesistente».

Urbano Monte realizzò questa mappa manoscritta a Milano, in Italia, nel 1587. Con i suoi 2,75 metri per 2,75 metri, con tutti i suoi 60 fogli assemblati, è la più grande mappa del mondo manoscritta realizzata nel XVI secolo. Utilizza la proiezione polare nord, insolita per l’epoca

La mappa mostra lo stato delle conoscenze geografiche alla fine del XVI secolo ed è riccamente decorata con navi disegnate a mano, ritratti, animali, mostri e altro ancora. Il video mostra le terre del Polo Nord, la Tartaria, la città perduta di Quinsai (una città vicina chiamata “Cainan”?), i Ciclopi in Australia, Grifoni, Draghi e un sacco di altre cose bizzarre. La mappa è disponibile anche qui (anche se consiglio di consultarla su Google Earth!): https://urbanomonte-4db4a.web.app/#zoom=6….

Ma ci sono altre cose che non ci raccontani, ” STRANE”

La mappa dell’Antartide senza ghiaccio

Charles Hapgood è un accademico americano laureato ad Harvard. Ha conseguito un master in Storia medievale e moderna e ha insegnato corsi universitari di Storia mondiale e americana, Antropologia, Economia e Storia della scienza.

Hapgood studiò la mappa dell’Antartide di Orontius Fineus senza calotta glaciale e giunse alla logica conclusione che la mappa dovesse avere un prototipo creato prima dell’attuale glaciazione antartica. La tesi è che i valori esatti di latitudine e longitudine della costa, ora ricoperta dai ghiacciai, fossero inaccessibili ai compilatori successivi.

Cosa ha fatto la comunità scientifica? Ha preso in giro lo scienziato e ignorato la mappa. “Non può essere, perché non può essere”.

Sono registrati anche la Rupes Nigra e il Monte Meru.

l Diario Segreto dell’Ammiraglio Byrd (1947)

Secondo il testo attribuito a Byrd:

Durante un volo esplorativo artico, l’aereo viene “preso in controllo” da una tecnologia non umana.

Entra in una zona verde e rigogliosa, con animali preistorici e città cristalline.

Incontra esseri alti, luminosi, chiamati “i Maestri dell’Ariani” che lo avvertono: “state giocando con forze che non comprendete” riferendosi all’uso delle bombe atomiche da parte degli umani.

Gli viene ordinato di riportare il messaggio al governo USA, ma al ritorno gli viene imposto il silenzio.

Operazione Highjump e la misteriosa ritirata

1946-47: USA invia una spedizione militare colossale in Antartide: 13 navi, 33 aerei, quasi 5.000 uomini. Comandata da Byrd stesso.

Scopo ufficiale: “testare attrezzature in condizioni estreme”.

Risultato reale: ritiro improvviso dopo pochi mesi. Nessuna spiegazione chiara.

Testimoni post-missione (tra cui giornalisti cileni e argentini) parlano di “oggetti volanti che uscivano dall’acqua con velocità impressionante” e che la flotta subì danni reali.

Base 211 e i nazisti in Antartide

Dopo la caduta di Berlino, centinaia di scienziati e sommergibili tedeschi scomparvero.

Documenti del dopoguerra indicano che parte del Reich si rifugiò in Neuschwabenland, una zona reale dell’Antartide.

Lì avrebbero costruito una base sfruttando cavità naturali geotermiche, forse in contatto con una civiltà più antica o extradimensionale (secondo alcuni testi collegati alla “teoria del Vril”).

La mappa di Agartha

Ci sono mappe antiche e ricostruzioni moderne che mostrano:

Entrate principali ai poli.

Rete sotterranea globale (a volte chiamata “Tunnel di Agartha”), collegata a città mitiche come Shambhala, Telos (sotto il Monte Shasta), e altri punti “energetici”.

Alcune sono ispirate ai testi di Raymond Bernard, William Reed e all’opera spirituale della Teosofia (Blavatsky).

Cosa c’è oggi? Droni, censure e Google Earth

Aree coperte o pixelate vicino ai poli su Google Earth.

Voci di droni e satelliti bloccati da “interferenze magnetiche” nei pressi dell’Antartide.

Testimoni ex-militari (come Phil Schneider) affermano che esistono tunnel profondi e basi sotterranee in collegamento con esseri non umani.

Gli USA hanno installato antenne e strutture radar in zone dove “non c’è nulla da controllare”. Perché?

ED ALLORA BISOGNA CHIEDERSI

Quando sono nate le foreste e sono comparsi i fiumi in Antartide?

È stata condotta un’analisi delle principali disposizioni del libro di C. Hapgood “Maps of the Ancient Sea Kings”, che lo ha portato a concludere che le mappe dell’Antartide di Piri Reis, Orontius Fineus e Philippe Buache avevano 20 o 30 mila anni, dimostrando l’incoerenza di tale datazione. Si dimostra che gli argomenti presentati nel libro sono spiegati molto meglio se si considera l’età Paleogene-Neogene (34-13 milioni di anni fa) di queste mappe. Questa età è confermata anche dalla storia della glaciazione dell’Antartide: la sua glaciazione è iniziata 34 milioni di anni fa, mentre la formazione della calotta polare è avvenuta 23 milioni di anni fa. Per il resto del tempo, gran parte dell’Antartide era ricoperta di ghiaccio. Verso la metà del Miocene (circa 13 milioni di anni fa), la crosta glaciale ricopriva gran parte dell’Antartide. 6,5-5 milioni di anni fa si verificò la più intensa espansione della copertura di ghiaccio in Antartide e, alla fine del Miocene, il volume di ghiaccio su questo continente raggiunse i suoi valori massimi e da allora non è più cambiato in modo significativo.

La mappa di Philippe Boishet del 1739 è una cosa straordinaria! Su di esso, l’Antartide corrisponde alle mappe moderne, sebbene a quel tempo non esistessero i mezzi per studiare l’Antartide.

Nel 1958, i ricercatori del programma dell’Anno Geofisico Internazionale confermarono che l’immagine di Buache corrisponde alla configurazione reale del continente. È vero, per scoprire che l’Antartide è in realtà un arcipelago, è stato necessario filmare in un’area priva di ghiaccio. C’è una sfumatura: l’Antartide era priva di ghiacci 13-6mila anni fa e a quel tempo c’erano alcuni problemi con la fotografia aerea.

G. Tsareva fornisce molte prove dell’esistenza di rovine di una civiltà precedente in Antartide. Li data piuttosto vagamente al periodo antidiluviano. Ma quanto tempo fa è questo periodo, visto che ci sono state molte alluvioni? La maggior parte dei ricercatori moderni opera con cifre di diverse migliaia di anni. Dottore in Geografia prof. Charles Hapgood ha documentato nel suo libro “Maps of the Ancient Sea Kings” l’età del tardo Pleistocene (30-20 mila anni fa) delle mappe dell’Antartide di Piri Reis, Orontius Phineus e Philippe Buache senza ghiaccio, con laghi e fiumi. Tuttavia, i dati sulla geologia e sulla glaciologia (glaciazione) dell’Antartide mostrano qualcosa di completamente diverso. Il guscio glaciale dell’Antartide non si sciolse almeno 5 milioni, ma piuttosto 13 o addirittura 34 milioni di anni fa. Ciò significa che fu allora che qui sorgevano le città e vivevano le precedenti civiltà dei serpenti di Atlantide.