SIONISMOAUTENTICO

December 18, 2023
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Premessa

Dramma Palestinese
La storia la scrivono sempre i vincitori, che divengono sempre i BUONI, Democratici, Liberatori, o Civilizzatori, però a volte....
Archivi

Riportiamo di seguito un pezzo della storia “nascosta” della Palestina,

scritta dagli ISRAELIANI, AUTENTICI………. 

Utilizzando gli Archivi autentici del Governo Israeliano.

Una operazione Eroica ma gli autori,: Prof. Raz e Prof. Yavne ci riescono.

Fondando successivamente AKEVOT.

L’archivio Israeliano più completo ed autentico. Buona lettura

I ricercatori israeliani portano alla luce il passato oscuro del loro paese, Atraverso un film.

Lior Yavne e Adam Raz discutono delle sfide che devono affrontare nel tentativo di raccontare la vera storia che i successivi governi

israeliani sono stati così intenti a nascondere.

Fu nei primi giorni di vita dell’Istituto Akevot per la ricerca sui conflitti israelo-palestinesi, che uno dei ricercatori si imbatté in un documento che era  scomparso dalla prima pubblicazione a metà degli anni ’80.

Soprannominato il “Documento di immigrazione”,

il promemoria di 18 pagine scritto da un ufficiale dell’intelligence israeliana nel 1948 elenca i villaggi e le città palestinesi che erano stati spopolati dalle forze israeliane, nonché il modo in cui sono stati spopolati.

“Dice, tra le altre cose, che circa il 70% dello spopolamento palestinese in Palestina, fino a quel momento all’inizio di marzo del 1948, era dovuto

a crimini delle forze ebraiche piuttosto che a ciò che abbiamo appreso,”

spiega Lior Yavne, fondatore e direttore di Akevot.

Il lavoro di Indagine continua indefesso insieme ad Haaretz , la maggiore testata giornalistica Israelliana, che finalmente nel 2021 pubblica una undagine completa, che rende onore alla traparenza ed alla onestà giornalitisca di alcuni Media.

Indagine Haaretz 2021

Documenti Classificati della Maggiore Testata Giornalistica di ISRAELE

Le conseguenze

Le discussioni erano cariche di emozione. Il ministro del governo Haim-Moshe Shapira

ha detto che tutte le fondamenta morali di Israele erano state minate.

Il ministro David Remez ha osservato che le azioni compiute ci escludono dalla categoria degli ebrei e dalla categoria degli esseri umani in generale.

Anche altri ministri erano sconvolti: Mordechai Bentov si chiedeva che tipo di ebrei sarebbero rimasti nel paese dopo la guerra; Aharon Zisling ha raccontato di aver trascorso una notte insonne: i criminali, ha detto, stavano colpendo l’anima dell’intero governo. Alcuni ministri hanno chiesto che le testimonianze fossero indagate e che i responsabili fossero chiamati a rispondere. David Ben-Gurion è stato evasivo. 

Alla fine, i ministri hanno deciso di avviare un’indagine

che è stata poco a poco DIMENTICATA nellla memoria dei BUONI

Riflettendo su questo blog di oggi, ci si rende conto, che a fronte di una onestà intelletuale autentica anche in un paese così complicato, ed in momenti cos’ difficili e rispetto della storia.

L’esposizione dei documenti in maniera esplicita,  è il risultato di una collaborazione tra Haaretz e l’Akevot Institute for Israeli-Palestinian Conflict Research, un’organizzazione per i diritti umani che ha spinto per la declassificazione di questi documenti. 

Dal 2014, Akevot, che prende il nome dalla parola ebraica per impronte, ha lavorato per rendere pubbliche le prove delle ingiustizie di Israele contro i palestinesi trovate negli archivi di stato.

E’ stato fondato “per riconoscere il ruolo unico che gli archivi possono svolgere nello sfatare i miti che alimentano il conflitto”. 

Nel corso degli anni, Akevot ha accumulato una collezione di circa 350.000 documenti, molti dei quali risalgono alla fondazione dello stato, che conserva in un archivio digitale e rende accessibili al pubblico tramite libri e articoli pubblicati dal suo staff .

Nell’ultimo episodio di The +972 Podcast, il ricercatore di Yavne e Akevot Adam Raz parla della necessità di ricerca d’archivio nel lavoro sui diritti umani in Israele, dell’impatto che l’occultamento dei documenti ufficiali ha sulla società israeliana e delle sfide che le organizzazioni devono affrontare nei loro sforzi. declassificare e accedere ai documenti.

Ma subito dopo l’inizio delle sue attività, l’istituto si rese conto che uno dei suoi sforzi principali sarebbe stato quello di superare le barriere illegali all’accesso del pubblico agli archivi governativi.

Gli archivi sono la memoria collettiva dello Stato e della società, dice Raz, “e se gli archivi sono chiusi, beh, non si può raccontare la vera storia di ciò che ha fatto lo Stato”. In una realtà di occupazione, aggiunge,

la chiusura degli archivi “dà allo Stato israeliano e ai politici israeliani il potere di raccontare solo la loro versione dei fatti”.

VIDEO STORICI, DI DI AKEVOT INSTITUTE

I tentativi del governo israeliano di incoraggiare la migrazione palestinese dalla Cisgiordania,

e ancor di più dalla Striscia di Gaza, iniziarono nei primi mesi dell’occupazione.

Il governo israeliano raggiunse presto un accordo con il governo del Paraguay per accogliere i rifugiati palestinesi in cambio di un pagamento.

Un tragico incidente pose fine bruscamente a questo esperimento. Una conversazione con il dott. Omri Shafer Raviv

Nel 1937 David Ben Gourion scriveva: “Con un trasferimento forzato, [avremmo] una vasta zona [d’insediamento] […]

Sono a favore di un trasferimento forzato. Non ci vedo nessun problema”.

La preoccupazione del sionismo in favore di una maggioranza demografica raggiunse

il suo apogeo in occasione della Nakba del 1948, nel corso della quale 750.000 Palestinesi dovettero lasciare le loro città e i loro villaggi, vittime di una “pulizia etnica”.

All’indomani della guerra del 1967, che consolidò l’occupazione militare d’Israele sulla Palestina colonizzata, il sionismo ha ripreso in considerazione la possibilità di un trasferimento forzato, curandosi di non suscitare l’attenzione della comunità internazionale.

DEPORTAZIONE NAKBA

“Nakba” è il nome assegnato a questo Crimine. la deportazione del 1948.

L’attuale sfollamento forzato di quasi due milioni di palestinesi e le massicce distruzioni di proprietà e infrastrutture civili nella Striscia di Gaza occupata fanno luce sulla spietata politica israeliana di sfollamento dei palestinesi e sul continuo rifiuto, da parte di Israele, di rispettare il loro diritto al ritorno negli ultimi 76 anni.

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