Piano Strategico del Turismo 2017/22 S.B.

May 27, 2021
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Presentato oggi alle forze politiche, in vista delle elezioni del 4 marzo, il documento “5 anni con l’Italia al centro” con le proposte per la prossima legislatura. Dal fisco al Mezzogiorno, dal lavoro all’internazionalizzazione, dalla sanità al turismo, allo sport e tempo libero. L’appello del presidente Giovanna Ferrara: “Al Paese serve una cura choc, l’Italia deve recuperare circa 13 punti di competitività rispetto agli altri paesi dell’area euro”

INTERVENTO, SALVATORE BULGARELLA TURISMO

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Il Piano Strategico del Turismo 2017 – 2022,

costituisce un lavoro indispensabile per definire, in maniera sistemica, le carenze strutturali e per elaborare le fondamentali misure correttive, idonee a conseguire risultati adeguati al potenziale del nostro paese. Nell’esame delle azioni necessarie affinché il nostro paese possa crescere rispetto ai principali player del turismo mondiale, si possono esaminare alcune aree critiche degne di una maggiore attenzione e urgente considerazione nella determinazione degli interventi da realizzare: Over turismo e Concentrazione; Desiderabilità vs competitività; Destagionalizzazione e costruzione del “Prodotto Turistico Mirato”; On-Line Travel Agencies (OLTA); Governance e dimensionamento.

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Analisi situazionale

Nonostante l’immenso patrimonio artistico culturale, la varietà delle risorse paesaggistiche e gastronomiche, il turismo  stenta a porsi come asset strategico dello sviluppo economico del nostro paese e malgrado i significativi incrementi degli ultimi anni, l’Italia si posiziona nel 2016 solo all’ottavo posto su scala mondiale, sulla base fattori di maggiore competitività in questa area, secondo il Travel and Tourism Competitiveness. Il rank attestato dal TTC  è ancor meno soddisfacente considerato che gli analisti del settore legano il momento relativamente positivo del comparto turistico nazionale alla recente crisi del Mediterraneo. Una crescita, che non si configura dunque come strutturale, ma è invece da considerarsi in massima parte transitoria, con il rischio che passate tali contingenze il sistema possa velocemente arretrare a valori precedenti. Recentemente, il C. dei Ministri sembra avere individuato le misure strutturali che devono accompagnare in progressione lo sviluppo solido del comparto. Il PST, Piano Strategico del Turismo 2017-2022,  un lavoro riteniamo indispensabile per definire in maniera sistemica le carenze strutturali ed elaborare le misure correttive essenziali atte a conseguire risultati adeguati al potenziale del nostro paese.

 

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Over turismo e Concentrazione

L’esame dei dati statistici e delle analisi  più recenti infatti fanno emergere contraddizioni  che oltre ad essere paradossali mostrano la superficialità con cui sono stati pensati gli interventi della politica ad oggi.

Una fra queste certamente riguarda l’overturismo, se è vero infatti che, il turismo è una delle risorse portanti  del bel Paese,  è anche vero anche che questa risorsa non si spalma nella stessa misura per tutto lo stivale. Anzi, alle aree turistiche che si affacciano timidamente sul mercato si contrappongono quelle che soffrono di eccesso di turismo

 

Potetre richiedere Il Piano strategico del turismo Italia direttamente a salvobl@gmail.com

Unimpresa ai partiti, non sprecate i prossimi 5 anni

Presentato oggi alle forze politiche, in vista delle elezioni del 4 marzo, il documento “5 anni con l’Italia al centro” con le proposte per la prossima legislatura. Dal fisco al Mezzogiorno, dal lavoro all’internazionalizzazione, dalla sanità al turismo, allo sport e tempo libero. L’appello del presidente Giovanna Ferrara: “Al Paese serve una cura choc, l’Italia deve recuperare circa 13 punti di competitività rispetto agli altri paesi dell’area euro”.

Una vera e propria rivoluzione del fisco: tre sole aliquote per l’imposta sui redditi delle persone fisiche; l’Iva tagliata al 19% in linea con le medie europee; flat tax per le aziende al 20% con prelievi più bassi, al 3% e al 5%, per chi fattura fino a 300.00 euro con lavoratori assunti, rispettivamente, a tempo indeterminato o a tempo determinato. Un pacchetto di idee nel campo del lavoro, con una proposta di riforma della contrattazione collettiva, volta a dare più peso al secondo livello, legata a una revisione delle regole sulla rappresentanza e del Cnel; e poi sviluppo del welfare aziendale anche con incentivi per l’aggregazione d’imprese. Maggiore collaborazione tra pubblico e privato nel campo della sanità, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi. Rilancio degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno con finalità di riequilibrio territoriale. Incrementare l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese attraverso la creazione di sistemi di supporto basati su due pilastri: fiere di settore e incontri business to business. Scommettere sul turismo, con l’implementazione di piattaforme web centralizzate ovvero portali turistici unici finalizzati a intercettare e valorizzare al massimo soprattutto la domanda di soggiorno in arrivo dall’estero, ottimizzando l’offerta da parte degli operatori italiani. Nell’ambito dello sport, introduzione e avvio di azioni innovative nel sistema scolastico ed economico, capaci di produrre significativi impatti economici, anche in termini di occupazione, attraverso progetti tesi alla partnership con soggetti pubblici e privati.

Questi i punti principali del documento programmatico di Unimpresa 5 anni con l’Italia al centro contenente le proposte per la prossima legislatura, presentato oggi a Roma, all’Auditorium di via Veneto, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni e dei partiti in corsa alle elezioni del 4 marzo. L’evento è stato aperto dall’intervento del presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, a cui ha fatto seguito il saluto del segretario generale di Confintesa, Francesco Prudenzano. “Il Paese ha bisogno di una cura choc per ripartire e per crescere in maniera soddisfacente. Non sprecate i prossimi 5 anni” è l’appello rivolto da Ferrara alle forze politiche. “Nonostante la recessione sia tecnicamente superata – ha detto il presidente di Unimpresa nel suo intervento – il prodotto interno lordo cresce a un ritmo troppo basso, non soddisfacente: l’Italia deve recuperare circa 13 punti di competitività rispetto agli altri paesi dell’area euro. Come osservato dalla Banca d’Italia, il pil del nostro Paese è ancora inferiore del 6% rispetto a quello del 2008, mentre quello dell’Eurozona, in media, è superiore del 7%”.

La mattinata di lavori – moderata dal direttore di Rai Vaticano, Massimo Milone – è proseguita con le relazioni di Claudio Pucci (vicepresidente di Unimpresa con delega al fisco), Giancarlo Bergamo (responsabile del Dipartimento lavoro e welfare), Ivan Sciarretta (consigliere nazionale Unimpresa con delega alla sanità), Adriano Giannola (presidente Svimez), Mario Ciardiello (responsabile Dipartimento estero Unimpresa), Salvatore Bulgarella (esperto internazionale di strategie e sviluppo del territorio) Dario Tozzi (vicepresidente Unimpresa con delega allo sport). Subito dopo l’illustrazione dei dettagli delle proposte di Unimpresa, la parola è passata ai rappresentanti delle forze politiche e ad altri ospiti. Sul palco si sono alternati Ettore Rosato (capogruppo del Partito democratico alla Camera dei deputati), la dott.ssa Paola Tommasi consigliere politico del Presidente  Renato Brunetta (capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati), Guido Guidesi (capogruppo Lega alla Commissione Bilancio della Camera), Adolfo Urso (Fratelli d’Italia), Mario Baccini (presidente Ente nazionale per il Microcredito).

Ecco, qui di seguito, una sintesi, suddivisa per settore, delle proposte e delle idee messe a punto da Unimpresa.

FISCO Tre aliquote per l’imposta sui redditi delle persone fisiche con una no tax area fino a 10.000 euro: 25% fino a 50.000 euro, 37% fino a 200.000 euro e 45% oltre 200.000 euro. Tassazione dei dividendi percepiti da società di persone e società a responsabilità limitata con una imposta sostitutiva al 10%. E ancora: Iva al 19% secondo la media praticata nell’Unione europea con una fascia di esenzione totale fino a 50.000 euro di fatturato. Per le aziende con volume d’affari fino a 300.000 euro una tassa secca al 5% per chi ha dipendenti a tempo determinato e al 3% per quelle che hanno lavoratori a tempo indeterminato; il prelievo ordinario andrebbe poi fissato con una aliquota flat al 20%, ma con diversificazioni secondo la propensione a fare investimenti e assunzioni. Va poi modificato il sistema di imposizione delle attività basate sul commercio via web, parte di soggetti stranieri, con tassazione dei redditi calcolati con il criterio previsto per la stabile organizzazione e per le vendite che avvengono nell’ambito del paese.

LAVORO Favorire le aggregazioni di imprese, anche attraverso i contratti di rete tra imprese potrà permettere alle singole aziende di aumentare e di rafforzare il proprio potere contrattuale per realizzare servizi comuni di implementazione e di gestione dei piani di welfare aziendale, a livello territoriale o di categoria. Contemporaneamente allo sviluppo e all’incremento del welfare aziendale e contrattuale è necessaria (e indifferibile) una vera riforma del modello contrattuale, che preveda sia la realizzazione di un contratto nazionale, intersettoriale o di filiera, limitato alla definizione di una cornice di regole chiare ed esigibili per tutti i lavoratori, qualunque fosse il loro inquadramento e/o settore, sia un contratto di secondo livello, come la sede più idonea alla definizione di sistemi di qualità ed efficienza del processo produttivo aziendale, all’organizzazione del lavoro e alla personalizzazione dei servizi-prestazioni. La riforma del modello contrattuale andrà necessariamente accompagnata anche da una legge sulla rappresentanza e la rappresentatività, sul modello di quella in vigore per il settore pubblico, in modo da poter dare certezze alle imprese e ai lavoratori sulla effettiva validità dei Ccnl sottoscritti e applicati, nonché per fare finalmente chiarezza su una miriade di sigle sindacali, la cui rappresentatività rimane tutta da verificare. Sarebbe interessante, se anche la rappresentanza delle organizzazioni presenti nel Cnel fosse commisurata con criteri certi e reali, in modo che l’organo costituzionale rappresenti le Organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori, realmente rappresentative a livello nazionale.

SANITÀ Serve, una pianificazione di lungo termine da attuare per creare un nuovo modello per la sanità pubblica, riducendo al massimo gli sprechi economici e potenziando l’assistenza domiciliare per evitare i ricoveri ospedalieri. Si conseguirebbe, in tal modo, un’ottimizzazione della spesa ed il miglioramento dell’assistenza, grazie alle nuove tecnologie che permettono il controllo di un malato cronico, a distanza, a costi molto limitati in percentuale, rispetto a quelli attuali.

MEZZOGIORNO La natura, la gravità e la persistenza della grave situazione sociale nel Mezzogiorno confermano come solo un consistente e permanente aumento di capitale produttivo possa dare una risposta efficace. In questa prospettiva, si inserisce il rilancio degli investimenti pubblici con finalità di riequilibrio territoriale, secondo un criterio di efficiente allocazione delle risorse che, in questa situazione, dovrebbe “razionalmente” premiare il Sud. Porre un argine ai divari, cristallizzati in povertà e disuguaglianze, concorrerebbe a configurare un nuovo patto per lo sviluppo produttivo, in cui le imprese del Sud possano contribuire, da protagoniste, al rilancio dell’intero Paese.

INTERNAZIONALIZZAZIONE Negli anni scorsi sono stati inseriti meccanismi di supporto all’internazionalizzazione abbastanza efficienti (voucher e formazione attraverso i progetti ICE TEM). Queste misure devono essere ulteriormente potenziate e diventare continue, in quanto consentono alle aziende di inserire sistemi di competenze specifiche e di accrescere la capacità di competere. Si creerebbe, inoltre, occupazione qualificata e stabile, soprattutto per i giovani laureati. A queste misure dirette occorre aggiungere progetti di formazione nelle altre aree aziendali (amministrazione, produzione, qualità). Occorre creare dei sistemi di supporto basati su due parametri: fiere di settore e incontri BtoB. Occorre determinare strumenti di supporto alla partecipazione fieristica e, incentivare le missioni nei paesi terzi. Bisogna mettere a disposizione sistemi di conoscenza dei mercati realmente performanti che possano supportare le aziende nella scelta dei mercati-obiettivo.

TURISMO Il Piano Strategico del Turismo 2017 – 2022, costituisce un lavoro indispensabile per definire, in maniera sistemica, le carenze strutturali e per elaborare le fondamentali misure correttive, idonee a conseguire risultati adeguati al potenziale del nostro paese. Nell’esame delle azioni necessarie affinché il nostro paese possa crescere rispetto ai principali player del turismo mondiale, si possono esaminare alcune aree critiche degne di una maggiore attenzione e urgente considerazione nella determinazione degli interventi da realizzare: Over turismo e Concentrazione; Desiderabilità vs competitività; Destagionalizzazione e costruzione del “Prodotto Turistico Mirato”; On-Line Travel Agencies (OLTA); Governance e dimensionamento.

SPORT E TEMPO LIBERO Dalla necessità di fornire, sia ai ragazzi sia alle famiglie sia alla scuola, elementi di chiarezza e di omogeneità di azione, trae fondamento la proposta di sviluppare un nuovo canone di promozione della cultura sportiva scolastica, con riferimento specifico all’educazione fisica nella scuola primaria, che deve rientrare nel diritto-dovere allo studio ed alla salute e, in quanto tale, rispondere a finalità educative, sportive, preventive, culturali e sociali. La proposta prevede l’introduzione e l’avvio di azioni innovative nel sistema scolastico ed economico italiano, capaci di produrre significativi impatti economici, occupazione e reale qualità in termini di stili di vita, attraverso progetti tesi alla partnership con soggetti pubblici e privati nel territorio, creando esperienze ed ambienti che facilitino l’aggregazione in contesti ludici e sportivi.

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