Cristiani Sionisti Evangelici

December 23, 2024
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Gli evangelici americani che pregano per l’apocalisse e influenzano Washington

Un gruppo di motociclisti – capelli lunghi, barba e veste di cuoio – attraversa il midwest statunitense dietro Gary Burd, il loro pastore.

Sulla sua veste ci sono la croce e il simbolo dei Christians united for Israel (cristiani uniti per Israele, Cufi), un’organizzazione cristiana evangelica. Prima del viaggio iniziatico Burd ha preparato delle spade d’acciaio da distribuire ai suoi seguaci.

Con quelle armi Burd e i suoi vanno in moto fino a Lebanon, in Kansas, negli Stati Uniti. Non temono l’apocalisse, pregano addirittura perché arrivi al più presto: non vedono l’ora di “poter combattere accanto a Gesù” nella battaglia finale, che sostengono si terrà in una valle situata in Israele. A Lebanon saranno nominati “cavalieri dell’apocalisse”.

 Il secondo gruppo seguito dai due documentaristi mostra tutto un altro stile. Sono anche loro cristiani evangelici, ma indossano giacca e cravatta, e gravitano ai più alti livelli del potere statunitense e sui set televisivi di Fox news. Tra loro ci sono due dei più importanti esponenti evangelici sionisti, il pastore John Hagee, capo della Cufi, e il telepredicatore Robert Jeffress, pastore di Dallas.

Il filo conduttore che lega queste tre realtà così lontane sono i Christians united for Israel, che hanno circa dieci milioni d’iscritti negli Stati Uniti e mettono a disposizione somme da capogiro per finanziare insediamenti illegali e progetti di espansione sionisti nei territori occupati. Insieme ad altri gruppi millenaristi, costituiscono l’ampio movimento dei cristiani evangelici negli Stati Uniti. Secondo il New Yorker, oggi questi ultimi rappresentano il 14 per cento della popolazione. È stata anche la loro pressione a spingere nel 2017 l’allora presidente Donald Trump a spostare l’ambasciata statunitense a Gerusalemme.

Jeffress, il pastore evangelico di Dallas, tra le altre cose in passato ha detto che gli ebrei “non potranno mai trovare salvezza”. Mentre Hagee ha affermato che “Hitler era parte del piano di dio per far tornare gli ebrei in Israele”. Entrambi hanno svolto ruoli di primo piano alla cerimonia d’apertura dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme: Jeffress ha pronunciato la preghiera d’apertura, Hagee la benedizione di chiusura. La loro presenza aveva fatto molto scalpore in Israele all’epoca.

I due sono spesso stati accusati di antisemitismo perché, come ha scritto nel 2020 Steven Gardiner nel suo articolo “End times antisemitism” (Antisemitismo della fine dei tempi), sostengono che “negli ultimi giorni una piccola minoranza di ebrei si convertirà al cristianesimo, mentre il resto finirà dannato all’inferno”. Leggono alla lettera le parole del profeta Isaia nell’Antico Testamento, secondo cui dio “radunerà gli esuli di Israele” e “radunerà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra”, una profezia che credono sia stata compiuta con la creazione di Israele nel 1948.

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