Usa Long War

February 28, 2024
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PNAC

PROGETTO PER UN NUOVO SECOLO AMERICANO

 
La resistibile ascesa dei neoconservatori americani, un gruppo assai influente nell’amministrazione Bush. L’idea dell’egemonia benigna dell’America, unico polo di potenza globale. L’irrisione degli europei. Una peculiare concezione del diritto.
 
 
 

«I neoconservatori oggi hanno la loro roccaforte nel Pentagono e sembrano parimenti esercitare una devota influenza sullo stesso presidente» 1. Così ha affermato Lord Joppling in un suo intervento alla Camera dei Lord a Londra, il 18 marzo del 2003.

Quanto la presidenza degli Stati Uniti e il Pentagono accolgano la visione geopolitica proposta dai neoconservatori e, nel caso l’accogliessero, quanto possano entrambi contare sul sostegno dell’opinione pubblica dopo l’11 settembre, resta da stabilire.

La guerra in Iraq ha insomma consolidato una peculiare ideologia americana, i cui parametri affondano anche nel neoconservatorismo?

La militarizzazione mondiale è parte di un’agenda economica globale.

 Generale Wesley Clark (a destra)

La militarizzazione a livello globale è strumentata attraverso la struttura di Comando Unificato dell’esercito americano: l’intero pianeta è suddiviso in Comandi Combattenti geografici sotto il controllo del Pentagono. 

Il quartier generale del Comando strategico statunitense (USSTRATCOM) a Omaha, nel Nebraska, svolge un ruolo centrale nel coordinamento delle operazioni militari.

Secondo l’ex comandante della NATO, generale Wesley Clark, la road map militare del Pentagono consiste in una sequenza di teatri di guerra:

La guerra in corso contro la Siria è un trampolino di lancio verso una guerra contro l’Iran, che potrebbe portare a un processo di escalation militare.

Anche Russia e Cina, alleati sia della Siria che dell’Iran, sono nel mirino degli Stati Uniti-NATO. Sulla scia della Guerra Fredda, le armi nucleari non sono più un’arma di ultima istanza (deterrenza), ma il loro utilizzo è ormai contemplato nel teatro di guerra convenzionale.

La strada per Teheran passa attraverso Damasco. Una guerra contro l’Iran sponsorizzata dagli Stati Uniti e dalla NATO comporterebbe, come primo passo, una campagna di destabilizzazione (“cambio di regime”) comprendente operazioni segrete di intelligence a sostegno delle forze ribelli affiliate ad Al Qaeda dirette contro la Siria.

 

La geopolitica del petrolio e degli oleodotti è cruciale nella conduzione di queste operazioni militari. La più ampia regione del Medio Oriente e dell’Asia centrale comprende oltre il 60% delle riserve petrolifere mondiali.

Ci sono attualmente cinque distinti teatri di guerra nella regione del Medio Oriente e dell’Asia Centrale: Afghanistan-Pakistan, Iraq, Palestina, Libia e Siria.

Un attacco militare a tutto campo contro la Siria porterebbe all’integrazione di questi teatri di guerra separati, portando infine a una più ampia guerra tra Medio Oriente e Asia centrale, che inghiottirebbe un’intera regione dal Nord Africa e dal Mediterraneo all’Afghanistan, al Pakistan e alla frontiera occidentale della Cina.

“Condurre una guerra senza frontiere”: il progetto del 2000 per il nuovo secolo americano (PNAC). 

Questo progetto è stato formulato per la prima volta dai Neoconservatori nel settembre 2000

Gli obiettivi dichiarati del PNAC erano quello di ” combattere e vincere in modo decisivo molteplici e simultanei teatri di guerra “ in diverse regioni del mondo, nonché svolgere i cosiddetti compiti militari di “polizia” “associati alla definizione dell’ambiente di sicurezza nelle regioni critiche”.

Le azioni militari vengono attuate simultaneamente in diverse regioni del mondo (come delineato nel PNAC) e in sequenza.

La polizia globale implica un processo mondiale di polizia militare e interventismo , comprese operazioni segrete e “cambiamenti di regime”, tutti condotti in conformità con un “mandato umanitario”.

Questa agenda militare intrapresa sotto la bandiera della “Responsabilità di proteggere” prevale ampiamente sotto la presidenza Obama.

La propaganda mediatica è stata determinante nel sostenere la finzione della guerra umanitaria.

l “colonialismo interno” nell’Unione Europea

Una forma complessa di “colonialismo interno” sta emergendo anche nell’Unione Europea. Le istituzioni finanziarie e i conglomerati imprenditoriali statunitensi, insieme ai loro partner europei, hanno un ruolo predominante nella definizione dell’agenda monetaria, commerciale e di investimento.

La politica è subordinata agli interessi finanziari dominanti. Ciò che si sta svolgendo anche in termini di negoziati commerciali segreti (nell’ambito del TTIP e del CETA), è un processo di integrazione economica e politica tra l’UE e il Nord America. Questi accordi, insieme al Partenariato Trans-Pacifico (TPP), costituiscono gli elementi costitutivi di un processo di dominio economico globale.

Nel frattempo, le elezioni presidenziali e parlamentari nell’UE, comprese Germania, Italia e Francia (ad esempio Sarkozy e Hollande), sono sempre più oggetto di interferenze politiche nascoste (sul modello delle rivoluzioni colorate), vale a dire cambiamenti di regime sponsorizzati dagli Stati Uniti. La questione fondamentale è fino a che punto i leader europei siano rappresentanti politici.

Guerre sponsorizzate dagli Stati Uniti e operazioni di intelligence militare

L’intero periodo (dal 1945 ad oggi) è stato segnato da una successione di guerre sponsorizzate dagli Stati Uniti e da interventi di intelligence militare in tutte le principali regioni del mondo.

Non abbiamo a che fare con operazioni militari frammentarie riguardanti paesi e regioni specifici: esiste una tabella di marcia militare, una sequenza di operazioni militari. Sono state lanciate anche forme di intervento non convenzionali, tra cui attacchi terroristici sponsorizzati dallo Stato piuttosto che guerre teatrali.

La guerra americana è un piano coeso e coordinato di conquista militare mondiale che serve gli interessi finanziari e aziendali dominanti. La struttura delle alleanze, inclusa la NATO, è cruciale.

L’Unione Europea svolge un ruolo centrale in questa agenda militare. Gli Stati membri dell’UE sono alleati dell’asse anglo-americano, ma allo stesso tempo all’interno dell’UE si sta verificando un processo di ristrutturazione, per cui paesi precedentemente sovrani sono sempre più sotto la giurisdizione di potenti istituzioni finanziarie.

L’imposizione delle micidiali riforme economiche del FMI a diversi paesi europei è indicativa dell’ingerenza dell’America negli affari europei. Ciò che è in gioco è un grande cambiamento nelle strutture politiche ed economiche dell’UE, in base al quale gli stati membri dell’UE vengono di fatto riclassificati dal FMI e trattati allo stesso modo di un paese indebitato del Terzo Mondo.

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