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March 5, 2025
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Il successo nero del partito chiamato BlackRock: la distruzione dei contadini occidentali e la perdita della terra nera dell’Ucraina

A parte le Terre Rare negli ultimi decenni, anche prima del 2022  si è parlato spesso di acquisizione delle terre rigogliose Ucraine da parte delle Multinazionali INternazionali, “černozëm”

È recentemente rimbalzato sui social, un testo che denuncia che «tre grandi multinazionali statunitensi hanno comprato da Zelensky 17 milioni di ettari di ottima terra».

Precedentemente la presunta vendita di «mezza Ucraina a Monsanto Cargill e Dupont» era stata amplificata su una piccola galassia di siti variamente complottisti che in alcune versioni denunciano anche la responsabilità dell’immancabile George Soros e delle élite della finanza globale (compresi Warren Buffet, Bill Gates e i fondi di investimento Blackstone, BlackRock e Vanguard).

Dietro alle semplificazioni scarsamente documentate, variamente strumentalizzate e con lunga coda di indignati commenti, esiste un elemento di verità effettivamente legata agli interessi economici convergenti sull’Ucraina da ben prima dell’invasione russa. Una serie di rapporti dell’osservatorio economico Oakland Institute hanno documentato già da vari anni gli interessi macroeconomici che hanno fatto dell’ex repubblica sovietica un oggetto di intensa contesa sin dalla caduta dell’Urss.

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Ci sono stati nel passato già dal 2011, proponiamo di acquisto anche da parte di Cina e Russi,, di grandi estensioni di terreno;

Dei 32 milioni di ettari arabili di ricco e fertile suolo nero (detto “cernozëm”) che possiede Ucraina.si diceva che. già nel 2016 dieci multinazionali agricole erano giunte a controllare 2,8 milioni di ettari di terre.

Oggi SI DI CE che le tempi parlano di 3,4 milioni di ettari in mano ad aziende straniere e società ucraine partecipate da fondi esteri. Potrebbe anche darsi,,, tuttavia le transazioni avvengono fra privati ​​fuori di Ucxraina. Quindi difficile dire vero o falso…..

Monsanto, Cargill, Archer Daniels Midland e Dupont non hanno bisogno di possedere terreni. Il loro modello si concentra sulla gestione di impianti di allevamento, stabilimenti per fertilizzanti, infrastruttura commerciale, terminali per l’export.

Traggono beneficio dall’industrializzazione del settore agricolo e dalla liberalizzazione del commercio (oltre a silos e frantoi, la Archer Daniels Midland, ad esempio, gestisce un terminal cereali al porto di Odessa, ndr).

«NELL’EUROPA ORIENTALE», scrive l’economista inglese Michael Roberts di questa fase, «l’Ucraina è forse il paese che subisce più duramente la ‘terapia shock’ della restaurazione capitalista».

L’economia infatti è duramente colpita, per i 30 anni successivi all’indipendenza redditi e qualità di vita rimangono sotto i livelli del 1990, la povertà dilaga. Non per tutti ovviamente. La “riconversione” segue il consueto modello, una classe di oligarchi e una ristretta élite si arricchisce smisuratamente depredando il settore pubblico con la complicità del classe politica.

LA NOMENCLATURA viene corteggiata da Russia e Occidente con opposti pacchetti di “assistenza capestro” che mirano a mantenere l’Ucraina nelle rispettive sfere di influenza. La tensione fra gli opposti schieramenti di influenza economica è la dinamica che sottende sin dall’inizio la politica dell’Ucraina indipendente, incapsulata nello scontro/avvicendamento di Yanukovich e Yushenko.

Secondo Frédéric Mousseau, direttore dell’Oakland Institute il contenzioso «geoeconomico» sull’Ucraina «rappresenta il maggior scontro fra i due blocchi rivali dai tempi della guerra fredda».

 Gli sviluppi segnano l’inizio dell’”annessione” dell’Ucraina alla sfera economica euro-atlantica e quella che Mousseau ed Elisabeth Fraser in un rapporto di quell’anno intitolato The Corporate Takeover Of Ukrainian Agriculture in cui raddoppia la spinta delle istituzioni finanziarie occidentali per «aprire il vasto comparto agricolo ucraino alle multinazionali».

 Secondo  Frederic Mousseau ,  Policy Director  all’Oakland Institute , l’Ucraina potrebbe diventare un terreno di prova per le colture di  OGM  in cambio di denaro. L’affare sembra essere stato intavolato dalla  Monsanto , multinazionale americana di biotecnologie.  RT(il link è esterno)  ha intervistato Mousseau, il quale ha espresso tutta la sua preoccupazione nel caso in cui dovesse avvenire l’accordo

L’intervista

RT:  Se questo affare di 17 miliardi di dollari è stato approvato dall’FMI e il divieto ucraino sulle colture OGM è stato sollevato, vuol dire che è solo una questione di tempo prima che i contadini crescano coltivazioni modificate?

FM: Questo è molto probabile perché c’è molta pressione da parte dell’industria biotecnologica, come la Monsanto, per far sì che ciò venga approvato in Ucraina. È anche parte dell’Accordo di Associazione UE  che ha un particolare articolo che prevede l’espansione della biotecnologia e degli OGM in Ucraina.

RT:  Se era una delle pre-condizioni del prestito multimiliardario, pensi che sia giusto dire che la Monsanto ha una notevole influenza sull’FMI e la Banca Mondiale e che detta loro anche delle condizioni?

FM:  Abbiamo visto nel 2013 che la Monsanto ha investito 140 milioni di dollari per progettare nuovi semi in Ucraina.

RT:  È stata una coincidenza o un’azione pre-programmata quella nel dicembre 2013, quando il divieto sui beni OGM è stato sollevato in Ucraina poche settimane prima che l’FMI avrebbe dovuto dare un prestito al paese?

FM:  Non può essere una coincidenza, perché abbiamo visto una forte mobilitazione dell’industria e dell’attività agricola nel lobbismo presso il governo e l’Unione europea-  per avere questi cambiamenti nella legislazione.

Inoltre abbiamo visto questo investimento in arrivo prima di qualsiasi approvazione degli OGM. 

Un anno dopo l’invasione russa dell’Ucraina, viene fuori un nuovo rapporto dell’Oakland Institute, intitolato Guerra e furto: l’acquisizione dei terreni agricoli dell’Ucraina , espone gli interessi finanziari e le dinamiche in gioco che portano a un’ulteriore concentrazione di terreni e finanza.

“Nonostante sia al centro del ciclo delle notizie e della politica internazionale, poca attenzione è stata rivolta al nocciolo del conflitto: chi controlla i terreni agricoli nel paese noto come il granaio d’Europa.

La quantità totale di terra controllata da oligarchi, individui corrotti e grandi aziende agricole è di oltre nove milioni di ettari, ovvero più del 28 percento della terra arabile ucraina. I maggiori proprietari terrieri sono un mix di oligarchi ucraini e interessi stranieri, per lo più europei e nordamericani.

Importanti fondi pensione statunitensi, fondazioni e dotazioni universitarie sono investiti tramite NCH Capital, un fondo di private equity con sede negli Stati Uniti.

I grandi proprietari terrieri Ucraini, inoltre, si sono aperte alle banche e ai fondi di investimento occidentali, tra cui alcuni di spicco come Kopernik, BNP o Vanguard, che ora controllano parte delle loro azioni. La maggior parte dei grandi proprietari terrieri è sostanzialmente indebitata con fondi e istituzioni occidentali, in particolare con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e la Banca mondiale.

Una condizione centrale è stata la creazione di un mercato fondiario, promulgato nel 2020 sotto il presidente Zelenskyy, nonostante l’opposizione della maggioranza degli ucraini che temeva che avrebbe esacerbato la corruzione nel settore agricolo e ne avrebbe rafforzato il controllo da parte di potenti interessi.

Una legge che probabilmente aumenterà ulteriormente la quantità di terreni agricoli nelle mani di oligarchi e grandi aziende agroalimentari. 

Nel dicembre 2022, una coalizione di agricoltori, accademici e ONG ha chiesto al governo ucraino di sospendere la legge sulla riforma agraria del 2020 e tutte le transazioni di mercato dei terreni durante la guerra e il periodo postbellico,

La conseguenza è che “Oggi, migliaia di ragazzi e ragazze rurali, contadini, stanno combattendo e morendo in guerra. Hanno perso tutto. I processi di vendita e acquisto gratuiti di terreni sono sempre più liberalizzati e pubblicizzati.

Ribadiamo, L’Ucraina ha ampie fasce di terreni agricoli tra i più fertili al mondo.

Nota per il suo suolo ricco e nero, ha 41 milioni di ettari di terreni agricoli, di cui 33 milioni di ettari sono coltivabili, equivalenti a un terzo di tutti i terreni coltivabili nell’Unione Europea. Nonostante le preoccupazioni per l’approvvigionamento alimentare e il monitoraggio costante dei combattimenti, poca attenzione è stata data alla questione al centro del conflitto:

chi controlla effettivamente i terreni agricoli nel paese noto come il “granaio d’Europa?”

Questa domanda è fondamentale per comprendere appieno alcune delle principali poste in gioco in questa guerra.

Riteniamo quindi, che la fine della guerra dovrebbe essere il momento e l’opportunità per fare esattamente l’opposto, ovvero la riprogettazione di un modello economico non più dominato dall’oligarchia e dalla corruzione, ma in cui la terra e le risorse sono controllate e vanno a beneficio di tutti gli ucraini.

Ciò potrebbe costituire la base per la trasformazione del settore agricolo per renderlo più democratico e sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.

La politica internazionale e il sostegno finanziario dovrebbero essere orientati verso questa trasformazione, per avvantaggiare le persone e gli agricoltori piuttosto che alle armi. 

Distribuzione Aree Agricole Ukraina

Investitori settore agricolo

Diverse aziende agricole, ancora ampiamente controllate dagli oligarchi, si sono aperte alle banche e ai fondi di investimento occidentali, tra cui alcuni di spicco come Kopernik, BNP o Vanguard, che ora controllano parte delle loro azioni. La maggior parte dei grandi proprietari terrieri è sostanzialmente indebitata con fondi e istituzioni occidentali, in particolare con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e la Banca mondiale.

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