PARLAMENTO RUSSO

February 24, 2024
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La Federazione russa è una Repubblica semipresidenziale a struttura federale: il presidente è eletto a suffragio universale e nomina il Primo ministro, il quale deve però godere anche della fiducia del Parlamento. Il suo mandato, in seguito alla riforma entrata in vigore dalle elezioni del 2012, è stato esteso da quattro a sei anni.

La Costituzione del 1993 definisce la Federazione russa uno Stato democratico federale di diritto con una forma repubblicana di governo.

La Federazione è costituita da 83 soggetti diversi: 21 repubbliche; una regione autonoma; quattro distretti autonomi; nove territori; quarantasei regioni e due città federali. Sono di competenza esclusiva della Federazione gli affari esteri, la politica socio-economica, il bilancio, l’energia; sono di competenza concorrente l’educazione, la salute, la sicurezza sociale; le rimanenti competenze sono dei soggetti della federazione.

La forma di governo è presidenziale; il presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno (con secondo turno di ballottaggio tra i due candidati con più voti. 

Il presidente nomina il primo ministro e, su sua proposta, nomina e revoca i ministri, così come può far dimettere l’intero governo. Il primo ministro deve essere confermato dalla Duma (una delle due Camere del Parlamento cfr. infra) che però viene sciolta in caso di tre voti contrari alla conferma del primo ministro, così come in caso di due voti consecutivi di sfiducia al Governo o di respingimento della questione di fiducia.

Il potere legislativo è attribuito al Parlamento (Assemblea federale), costituito dalla Duma di Stato e dal Consiglio della federazione.

 Le elezioni presidenziali del 4 marzo 2012 hanno concluso quattro mesi di delicata transizione elettorale, segnando; Vladimir Putin è stato nuovamente eletto al primo turno con il 63,6% dei voti (oltre 45 milioni di voti). La rielezione giunge dopo 4 anni di interludio durante i quali la continuità politica era stata rappresentata da Medvedev.

Il leader comunista Gennady Zyuganov ha ottenuto il 17,18 per cento dei voti;

il leader nazionalista del partito liberaldemocratico Vladimir Zhirinovsky il 7,9 per cento dei voti;

l’oligarca Prokhorov il 7,98%; Zhirinovskj il 6,22%;

Mironov, leader del Partito Russia Giusta, solo il 3,85%. Secondo gli osservatori dell’OSCE, le votazioni si sarebbero svolte in maniera “complessivamente positiva”.

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