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September 14, 2023
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L’ITALIA E IL MOSSAD

In ottica di guerra, #Israele, #Gaza, sarebbe interessante capire qualcosa di più su cosa accadde questa primavera sul Lago Maggiore, dove affondò una barca piena di agenti dei servizi italiani ed israeliani.

Il 29 maggio 2023, un’imbarcazione naufraga sul Lago Maggiore: ci sono 4 vittime. Non si tarda a scoprire la natura estremamente particolare della compagine che – stando alle dichiarazioni dei presenti – stava “festeggiando un compleanno” su una barca piuttosto affollata. 
Si tratta di agenti dell’AISE e dell’AISI – i servizi segreti interni ed esteri italiani – e di agenti del Mossad. L’anfitrione è un imprenditore in odore di servizi, accompagnato dalla moglie di nazionalità russa. 
Non viene fatta nessun’autopsia sui cadaveri, e gli agenti israeliani superstiti vengono immediatamente esfiltrati in Israele dopo un breve colloquio con i carabinieri.
Ai funerali è presente il direttore del Mossad, e l’ufficio di Nethanyahu dirama un comunicato stampa. 

Nelle ricostruzioni giornalistiche, la versione che si afferma è quella secondo cui gli agenti fossero impegnati in un’operazione “anti-proliferazione” con obiettivo l’Iran e i suoi legami con alcune aziende italiane.

L’Italia è infatti un interlocutore privilegiato dell’Iran tra i paesi europei, grazie a stretti rapporti intessuti ai tempi dello Scià, quando il governo italiano – in sinergia con le maggiori imprese statali e private – aiutò il governo di Mossadeg ad evadere… 
dal rigoroso embargo imposto dagli inglesi – preludio del colpo di stato che CIA ed MI6 organizzeranno nel 1953 – come ritorsione per la nazionalizzazione del petrolio iraniano.
L’Italia riesce addirittura ad ottenere delle esenzioni dal regime sanzionatorio contro Teheran, 
imposto dall’amministrazione Trump dopo l’uscita americana dall’accordo sul nucleare.
E’ quindi il paese ideale (con la connivenza di alcune cordate all’interno delle istituzioni) per il “commercio ombra” iraniano. Dunque, un terreno di caccia per gli agenti del Mossad. 
Mossad con cui i servizi italiani – ed in generale lo stato italiano – mantengono stretti rapporti. 
I rapporti torbidi dell’Italia con i palestinesi sono più noti: tra lodo Moro, Sigonella, guerra del Kippur e quant’altro.
Alla militanza palestinese era concessa una piena libertà di movimento in Italia prima degli accordi di Camp David. 
In cambio, le fazioni “mainstream” palestinesi si impegnavano a non colpire in Italia, e a fornire informazioni per impedire azioni di altre fazioni più estremiste.
L’accordo funzionò piuttosto bene, e salvo la strage di Fiumicino (di cui il SID sostenne di aver informato) 
L’Italia riuscì a sventare numerosi bagni di sangue sul suo territorio, con la collaborazione dei palestinesi. 

La tragedia,  continua a destare parecchio interesse e suscitare non poche perplessità. In particolare, la decisione di rivelare alla stampa i nomi delle vittime – membri dei servizi segreti italiani e israeliani – potrebbe compromettere l’anonimato e la sicurezza di molti colleghi delle vittime

“I servizi segreti iraniani non dimenticano e hanno una memoria di ferro.

Se è vero che, e ripeto se, dietro a quanto successo sul Lago Maggiore ci fosse una missione congiunta italo-israeliana contro il nemico di sempre di Israele, per impedirgli di acquistare componenti tecniche e le attrezzature per progetti nucleari e militari, allora l’Italia potrebbe diventare un bersaglio dell’Iran”.

Così si esprime con noi un ex alto dirigente dell’intelligence italiana dopo le rivelazioni su quanto accaduto a fine maggio sulle rive del Lago Maggiore.

Le indagini come detto sono strane ed estremamente superficiali

Sembrava davvero l’inizio di una promettente ‘spy story’ ambientata a pochi passi dal confine italo-svizzero. Invece è la nuda cronaca di quanto successo il 28 maggio scorso. Lo skipper, di 60 anni, è ora indagato per omicidio e naufragio colposo dalla Procura di Busto Arsizio.

Era lui a guidare la cosiddetta ‘house boat’, una sorta di piattaforma galleggiante, più che una barca, di 16 metri che navigava sul Lago oltre l’ora prevista per il rientro. 

Tra le vittime nel naufragio, oltre alla moglie del proprietario del natante, una donna di nazionalità russa la cui nazionalità però non risulterebbe significativa, anche un uomo e una donna di 53 e 62 anni, membri dei servizi segreti italiani e un agente del Mossad, ufficialmente in pensione, di 53 anni. Dei tre agenti, si saprà quasi subito i loro nomi. 

La gita sul lago, secondo la versione ufficiale, è stata organizzata per festeggiare il compleanno di uno dei componenti della gita.

Non sono mancate ovviamente le ipotesi su cosa ci facesse una imbarcazione piena di agenti segreti sul Lago Maggiore. 

Si saprà in seguito che agenti italiani e israeliani si trovavano sul Lago Maggiore nell’ambito di un’operazione congiunta e, per celebrarne il successo, avevano organizzato il viaggio sulla Goduria, una nave di proprietà del Comandante Claudio Carminati, un fidato contatto dell’intelligence italiana.

Non solo. La Goduria era già stata utilizzata per altre missioni e celebrazioni.

“Il fatto che Israele abbia inviato l’aereo delle missioni più segrete del Mossad 

rivela l’importanza delle persone e della loro missione in Italia” 

Ai funerali dell’ex agente israeliano c’era anche il capo del Mossad, che ha tenuto l’elogio funebre, e lo stesso ufficio del premier Benyamin Netanyahu ha diramato un comunicato per ricordare che la spia morta

– senza citarne il nome – ha “dedicato la sua intera vita alla sicurezza dello Stato di Israele per decine di anni anche, dopo essere andato in pensione”.

Anche in Israele la pubblicazione dei nomi delle vittime ha destato sorpresa e pone gli stessi problemi di sicurezza. “Le autorità italiane hanno cercato di riscattarsi – continua l’articolo su Intelligence online – organizzando una rapida operazione per proteggere le identità degli altri agenti israeliani presenti, prelevandoli in gran segreto dall’ospedale e presso il loro albergo per poterli allontanare velocemente dalla zona”.

Le ipotesi nel Governo italiano sono le più diusparate, dall’innoccente incidente  è stata evocata la pista svizzera (che è sempre di moda) a proposito di conti bancari segretissimi che i 22 agenti seguivano naturalmente dalla barca. Siccome non faceva abbastanza ridere ecco spuntare l’immancabile pista russa con i 22 agenti travestiti da turisti alla caccia di facoltosi oligarchi che vivono nella zona.

Qualche ora di pausa ed ecco la nuova versione: gli 007 erano nella zona per scoprire traffici di armi tra l’Iran e la Russia e «l’alta densità nella provincia di Varese di piccole, medie e grandi imprese di svariati settori strategici collima con questo scenario». I soldi? Fermi tutti perché la prova dei traffici troverebbero nelle immancabili banche svizzere «dove giacciono gli immensi capitali che consentono le operazioni immobiliari in Italia» il loro terminale senza dimenticare che ci fanno notare come «le presenze russe sono aumentate, in un composito elenco di putiniani, doppiogiochisti, spie, mogli e amanti di magnati con due mete: di là le banche di Lugano, di qui il quadrilatero della moda». 

Ve li immaginate gli ebrei ortodossi dare le feste? Si è detto che il mondo si è interessato a questa vicenda ma in realtà giornali prestigiosi come il New York Times hanno bollato come fake news queste ricostruzioni prive di qualsiasi riscontro oggettivo. Come abbiamo già scritto in precedenza quello che sappiamo è che lo scorso 28 maggio 2023 un evento atmosferico raro, quanto improvviso e tragico, ha travolto una barca che si è rovesciata e quattro persone sono morte. L’agenzia di stampa Agi ha scritto che il medico legale «ha accertato che le vittime che sono morte per annegamento e che non presentano segni di lesioni e la Procura ha ritenuto di non effettuare ulteriori accertamenti». Dovrebbe bastare. Ora in assenza di prove la cosa migliore sarebbe quella di smetterla di pubblicare articoli fantasiosi anche solo per il rispetto delle vittime e delle lo

Revelations from Lake Maggiore: Analyzing Current Events

The aftermath of the Lake Maggiore events awakens broader questions about the delicate nature of international espionage. What truths lie beneath the surface as investigations unfold? The discourse surrounding national security is clouded with rumors; our goal is clarity amidst the chaos, exposing vital insights and the lingering shadows.

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