In Medio Oriente i Morti Parlano (A Volte)

December 21, 2015
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Le stragi di Assad ed i compromessi…(I morti parlano)

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Alla vigilia dell’ennesimo vertice sulla Siria, Human Rights Watch pubblica un rapporto con immagini atroci sulle vittime del regime uccise nelle carceri. È importante pubblicare questi documenti, ma anche valutarne le conseguenze strategiche. di Lucio Caracciolo. I morti parlano, anzi urlano.

La Siria sta sempre al centro delle attenzioni dei governo occidentali, a volte minacciandola a volte blandendola.

Mercoledì il quotidiano francese Le Monde ha pubblicato con grande evidenza pubblica l’immagine atroce dei cadaveri scarniti di alcune vittime del regime siriano, uccise nelle carceri di Bashar al-Asad.

Quello stesso regime su cui, dopo aver cercato di abbatterlo, europei e persino americani fanno ormai conto come cobelligerante di fatto contro lo Stato Islamico. Stato Islamico che ancora nessuno ci ha spiegato con trasparenza da chi è supportato.

L’aAmerica cerca partner in Europa per una nuova democratizzazione e certamente riuscirà a mettere insieme un manipolo di guerreggianti. Gli stessi che si è portato in Afganistan, In Iraq, In libia.

Stavolta il Male è interpretato (forse) da Siria e Stato Islamico.Il rischio è che sconfiggendo lo Stato Islamico e Damasco al loro posto nel medio periodo sorgeranno strutture pseudo politiche religose non dissimili.

O simili ad altri esistenti ma mai annoverati come Forze del Male, ma anzi alleati e partner di quasi tutti i governi occidentali.

Basterebbe ad esempio comparare l’amministrazione della giustizia sotto il “califfo” con quella gestita dal sovrano saudita, massimo alleato dell’Occidente nella regione, per scoprire che si svolge secondo regole e abitudini analoghe. Decapitazioni pubbliche comprese. MA QUESTI MORTI NON PARLANO.

E i nostri media, in genere, tacciono. O guardano altrove.

(Questo assunto è una sintesi dei media internazionali e di un articolo di La Republica del 18/12/2015)

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