Codice di Hammurabi

November 27, 2023
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l Codice di Hammurabi è una fra le più antiche raccolte di leggi scritte, risalente al XVIII secolo a.C. e appartenente alla civiltà babilonese. Il testo è anche considerato una delle opere letterarie più importanti e conosciute dell’antica Mesopotamia e un’importante fonte riguardante i sistemi legali dell’antichità.

Bisogna dire che non è certa la data di prima edizione. Anzi gli screivi spesso annotano che è stato copiato da civiltà precedenti

In testa alla parte scritta c’è un prologo, nel quale il re celebra la propria potenza e la propria autorità, dovute non soltanto alla benevolenza degli dèi, ma anche al fatto che il suo potere è legittimo e giusto perché difende il diritto.

Seguono poi 282 articoli. Questi riguardano la proprietà, la famiglia, la successione, le offese fisiche, gli affitti, i salari, gli schiavi, gli animali. Infine, c’è l’epilogo, che ribadisce i concetti del prologo: «Ogni uomo oppresso che abbia in corso una contesa venga presso questa stele e legga con attenzione le mie preziose parole: possano esse chiarire il suo caso. Io, Hammurabi, sono il re del diritto, al quale Marduk ha affidato le leggi».

Le pene, infatti, non sono uguali per tutti. A titolo esemplificativo, riportiamo alcuni articoli del Codice di Hammurabi, che stabiliva sia i compensi in denaro per le prestazioni dei medici sia le pene in caso di errore.

215. Se un medico fa un’ampia incisione con un coltello operatorio e lo cura, o se egli apre un tumore (sopra l’occhio) con un coltello operatorio, e salva l’occhio, riceverà dieci shekels in denaro.
216. Se il paziente è un uomo libero, egli riceve cinque shekels.
217. Se egli è lo schiavo di qualcuno, il suo padrone darà al medico due shekels.
218. Se un medico fa una grande incisione con il coltello operatorio, e lo uccide, o apre un tumore con il coltello operatorio, e taglia l’occhio, gli saranno tagliate le mani.
219. Se un medico fa una grande incisione con il coltello operatorio sullo schiavo di un uomo libero, e lo uccide, rimpiazzerà lo schiavo con un altro schiavo. […]
221. Se un medico guarisce l’osso rotto o la parte molle ammalata di un uomo, il paziente pagherà al medico cinque shekels in denaro.
222. Se è un uomo libero pagherà tre shekels.
223. Se è uno schiavo il suo proprietario pagherà al medico due shekels.

Shekels: unità di peso e di valore monetario diffusa in Mesopotamia.

Se un uomo ha accusato un (altro) uomo e lo ha denunciato per omicidio, ma non lo ha potuto provare, il suo accusatore sarà messo a morte.

Se un uomo ha gettato contro un altro uomo un’accusa di magia, ma non la ha potuta dimostrare, colui contro il quale l’accusa di magia è stata gettata dovrà andare al fiume e immergersi nel Fiume.

E se il Fiume lo avrà ghermito, il suo accusatore si porterà via la sua casa. Ma se il Fiume avrà dichiarato innocente il suddetto uomo e costui ne sarà uscito incolume, colui che aveva lanciato l’accusa di magia sarà messo a morte, mentre colui che si era immerso nel fiume si porterà via la casa del suo accusatore.

Se un uomo si è presentato in un processo per rendere una falsa testimonianza, ma non ha potuto provare l’accusa fatta, se questo processo è un processo capitale quell’uomo sarà messo a morte.

Se (un uomo) si è presentato per (rendere) una testimonianza (in questioni) di orzo o di argento, (ma non ha potuto provare l’accusa), dovrà interamente sopportare la pena di questo processo.

Se un giudice ha reso un verdetto, emesso una sentenza e ha fatto rilasciare un documento sigillato, ma in seguito ha mutato il suo verdetto, dimostreranno a quel giudice di aver mutato il verdetto che aveva reso e dovrà dare fino a dodici volte l’ammenda che da questo verdetto risulterà; inoltre lo rimuoveranno. pubblicamente dal seggio della sua dignità di giudice e non (vi) ritornerà, e non siederà più con i giudici in un processo.

Se un uomo ha rubato la proprietà di un dio o del Palazzo, quest’uomo sarà messo a morte; e chi ha accettato la refurtiva dalla sua mano sarà messo a morte.

Se un uomo ha comprato o argento, o oro, o uno schiavo, o una schiava, o un bue, o un montone, o un asino o anche qualsiasi altra cosa dalla mano del figlio di un uomo libero o di uno schiavo di un uomo libero, senza testimoni o contratto, oppure (li) ha accettati in custodia, quest’uomo è un ladro: sarà messo a morte!

Se un uomo ha rubato o un bue, o un montone, o un asino, o un maiale, oppure una barca: se (è proprietà) di un dio o se (è proprietà) del Palazzo, dovrà restituire fino a trenta volte; (ma) se (è proprietà) di un privato cittadino, dovrà restituire (solo) fino a dieci volte. Se detto ladro non ha nulla da restituire, sarà messo a morte.

Se il compratore non ha portato né il venditore che gli aveva venduto né i testimoni davanti ai quali aveva comprato, ma il proprietario dell’oggetto smarrito ha portato testimoni che conoscono il suo oggetto smarrito, (allora) il compratore è un ladro: sarà messo a morte! Il proprietario dell’oggetto smarrito si riprenderà il suo oggetto smarrito.

Se i testimoni di quest’uomo (= il compratore) non sono vicini, i giudici gli concederanno una dilazione fino a sei mesi. Se in sei mesi non ha prodotto i suoi testimoni, quest’uomo è un bugiardo: dovrà interamente sopportare la pena di questo processo.

Se un uomo ha fatto uscire (=fuggire) dalla porta della città o uno schiavo del Palazzo, o una schiava del Palazzo, o uno schiavo di un privato cittadino, o una schiava di un privato cittadino, sarà messo a morte.

Se un uomo, un cui oggetto è stato smarrito, ha trovato il suo oggetto smarrito in mano di un (altro) uomo, e l’uomo nella cui mano è stato trovato l’oggetto smarrito ha detto: “Me lo ha dato un venditore; l’ho comprato davanti a testimoni”, e anche il proprietario dell’oggetto smarrito ha detto: “Voglio portare testimoni che conoscono il mio oggetto smarrito!”; se il compratore ha portato il venditore che glielo ha dato e i testimoni davanti ai quali ha comprato, e se il proprietario dell’oggetto smarrito ha portato testimoni che conoscono il suo oggetto smarrito, allora i giudici esamineranno i loro casi. I testimoni davanti ai quali l’acquisto è stato fatto e i testimoni che conoscono l’oggetto smarrito diranno davanti al dio ciò che sanno. Il venditore è un ladro: sarà messo a morte. Il proprietario dell’oggetto smarrito riprenderà il suo oggetto smarrito. Il compratore prenderà dalla casa del venditore l’argento che ha pagato.

Se un uomo ha fatto uscire (=fuggire) dalla porta della città o uno schiavo del Palazzo, o una schiava del Palazzo, o uno schiavo di un privato cittadino, o una schiava di un privato cittadino, sarà messo a morte.

Se un uomo ha nascosto nella sua casa uno schiavo o una schiava fuggitivi, appartenenti al Palazzo o a un privato cittadino, e non li ha fatti uscire al grido dell’araldo, questo padrone di casa sarà messo a morte.

Se un uomo ha catturato in aperta campagna uno schiavo o una schiava fuggitivi e lo ha ricondotto al suo proprietario, il proprietario dello schiavo gli darà due sicli d’argento.

Se questo schiavo non ha rivelato il nome del suo proprietario, egli lo condurrà a Palazzo. Si esaminerà il suo caso e lo restituiranno al suo proprietario.

Se ha trattenuto questo schiavo in casa sua e poi questo schiavo è stato preso in suo possesso, quest’uomo sarà messo a morte.

Se lo schiavo è fuggito dalla mano di chi lo aveva catturato, costui giurera per la vita del dio davanti al proprietario dello schiavo e verrà lasciato libero.

Se un uomo ha commesso una rapina ed è stato catturato, quest’uomo sarà messo a morte!

Se il rapinatore non è stato catturato, il rapinato dovrà dichiarare (con giuramento) davanti al dio ogni sua cosa andata perduta. La città e il governatore nel cui territorio o nel cui distretto la rapina è stata commessa gli restituiranno ogni suo cosa andata perduta.

Se la cosa perduta è la vita (= Se il rapinato è rimasto ucciso), la città e il governatore pagheranno ai suoi familiari una mina d’argento.

Se nella casa di un uomo è scoppiato un incendio e un (altro) uomo, che è andato per estinguerlo, ha adocchiato un bene del padrone di casa ed ha preso un bene del padrone di casa, quest’uomo verrà gettato nello stesso fuoco.

131. Se la moglie di un uomo libero viene accusata di adulterio dal marito, senza però essere stata colta sul fatto mentre giaceva con un altro uomo, ella presterà giuramento (di innocenza) nel nome della divinità e potrà fare ritorno a casa sua.
138. Se un uomo libero desidera divorziare dalla propria moglie che non gli ha dato figli, egli le pagherà in contanti l’intero importo del suo prezzo di matrimonio, e inoltre le risarcirà la dote che ella aveva portato con sé dalla casa di suo padre; solo allora egli potrà divorziare da lei.

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