SOROSPAPERS2

December 16, 2023
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“Profondamente onorato dalla fiducia che George Soros ha riposto in me per il ruolo di Presidente dell’Open Society Foundations. Mi impegno a lavorare con George al fine di garantire fedeltà alla sua visione e ai suoi valori nel gestire le fondazioni”. Queste le parole di Sir Mark Malloch Brown, già Vice Segretario delle Nazioni Unite ed ex ministro laburista dal 2007 al 2009 nel governo di Gordon Brown e da tempo legato all’anziano magnate della finanza, nemico dei sovranisti e fondatore della rete filantropica che esporta nel mondo la visione del finanziere.

Nel maggio 2007, poco prima di diventare ministro nel Governo di Sua Maestà e lasciare così l’incarico, Sir Mark Malloch Brown venne nominato da Soros vice-presidente del Fondo Quantum e vice-presidente dell’Open Society. Sarò lui ora a guidare la fondazione del magnate di origini ungheresi a partire dal primo gennaio.

CHI è GEORGE SOROS

George Soros nasce a Budapest il 12 agosto 1930 con il nome di Gyorgy Schwartz. Figlio di due ebrei facoltosi appartenenti all’alta società – il padre era un avvocato, investitore ed esperantista, la madre proveniva da una famiglia di imprenditori tessili –, acquisisce l’attuale cognome all’età di sei anni su iniziativa dei genitori.

Nel 1966 ha luogo il suo primo esperimento finanziario indipendente, l’apertura di un fondo di 100mila dollari, il cui successo, tre anni dopo, lo introduce nelle grazie dell’investitore Jim Rogers, con il quale istituisce il fondo di copertura Double Eagle, avviato con un capitale iniziale di quattro milioni di dollari.

Il denaro accumulato per mezzo del Double Eagle verrà investito per l’apertura del Soros Fund Management, inaugurato nel 1969 ed ancora oggi operante, che nel corso del tempo è diventato uno dei fondi di investimento più remunerativi della storia. L’interesse per la politica, accresciuto negli anni, si trasforma in attivismo grazie al capitale prodotto dal fondo: nei Settanta avvengono le prime donazioni a favore del movimento anti-apartheid in Sud Africa, alle quali fa seguito una movimentazione di liquidità indefinita per supportare la dissidenza anticomunista e la democratizzazione nell’Europa del Patto di Varsavia.

L’incredibile ricchezza, unita all’acutezza per gli affari, ha permesso a Soros di trasformarsi in uno dei maggiori e più pericolosi speculatori finanziari del pianeta.

E non solo.

Anche nelle Filippine, in molti hanno sollevato dubbi sulla trasparenza della tecnologia messa a disposizione dalla multinazionale: secondo quanto dichiarato nel 2019 da Glenn Chong, ex membro del Congresso, il software del voto utilizzato da Smartmatic sono “manipolate”. E di recente anche il Manila Standard ha espresso dubbi. Nel 2013, dopo l’accordo fra il governo e Smartmatic sul voto elettronico, l’opposizione ad Haiti accusava la multinazionale di essere specializzata nel “furto di voti”.

Al centro della battaglia legale di Trump

Dominion è la società le cui macchine sono state utilizzate per il conteggio elettronico del voto e che, secondo i legali di Trump, avrebbe utilizzato un software di Smartmatic. Come ricorda l’Agi, al momento Smartmatic e Dominion hanno però smentito qualsiasi legame passato e presente e hanno entrambe negato che la prima abbia venduto il software alla seconda. Sarebbero – a detta delle rispettive aziende – due società concorrenti. Secondo l’avvocato di Trump Rudy Giuliani, Smartmatic “è stata fondata da tre venezuelani molto vicini al dittatore Chavez. Ed è stata fondata con l’obiettivo specifico di essere in grado di commettere brogli nelle elezioni.

SOROS E OBAMA

IL POTERE OMBRA CONTRO DONALD TRUMP

Il finanziere Soros, fondatore dell’organizzazione filantropica Open Society Foundations, non ha mai realmente smesso di fare la guerra al Presidente Usa Donald Trump.

Come spiegava IlGiornale.it la scorsa estate, Soros, che nel 2016 aveva investito diversi milioni di dollari a sostegno di Hillary Clinton, è sceso nuovamente in campo a favore del Partito democratico americano e ha fondato, secondo quanto riportato da Politico, un super Pac, chiamato Democracy Pac, che fungerà da “hub” per le sue spese elettorali in vista del 2020. Negli Stati Uniti il Pac – acronimo di Political action committee – è un comitato che raccoglie fondi per effettuare donazioni a sostegno dei candidati alle elezioni.

I Pac più importanti sono quelli creati per sostenere il candidato presidente degli Stati Uniti. Soros ha investito 5,1 milioni di dollari nel Democracy Pac, solo nel 2019, secondo i documenti depositati presso la Commissione elettorale federale.

Le organizzazioni riconducibili al finanziere hanno inoltre sponsorizzato le manifestazioni femministe contro The Donald.

Più di 50 associazioni che hanno organizzato e aderito alla Women’s March svoltasi a Washington D.C nel gennaio 2017 – con Trump appena insediatosi – e in molte città del mondo contro il presidente eletto Donald Trump, sono state finanziate dalla Open Society Foundations di George Soros. A sostenerlo non era una testata conservatrice statunitense bensì la giornalista Asra Q. Nomani sul New York Times, musulmana, femminista e nota attivista dei movimenti liberali nell’Islam.

Senza dimenticare che il finanziere ha sponsorizzato, nell’ottobre 2018, le proteste contro il giudice conservatore Kavanaugh.

Alla manifestazione contro il giudice conservatore, in effetti, hanno preso parte tutte le associazioni supportate dalla rete del finanziere: l’American Civil Liberties Union, la Leadership Conference on Civil and Human Rights, Planned Parenthood, NARAL Pro-Choice America, the Center for Popular Democracy, Human Rights Campaign e molte altre. “MoveOn.org – spiega Nomani – l’organizzazione vicina ai democratici e fondata grazie al denaro di Soros, ha inviato al suo esercito di seguaci un modulo dove poter richiedere i biglietti del treno per arrivare a Capitol Hill”.

Ad animare la protesta contro il giudice Kavanaugh c’era anche USaction (ora People’s Action) che, secondo Open Screts, nel solo 2018, ha ricevuto dal Soros Fund Management circa due milioni di dollari.

I rapporti fra la “talpa” anti-Trump e l’Open Society

Parliamo ora del processo di impeachment sull’Ucrainagate, conclusosi con un nulla id fatto.

La “gola profonda”, il “whistleblower” che ha denunciato Donald Trump per le presunte pressioni esercitate nei confronti del presidente ucraino Zelensky, dando di fatto avvio alla procedura di impeachment, che Real Investigations ha individuato in Eric Ciaramella, riceveva e-mail sulla politica ucraina da un alto dirigente della Open Society Foundations, la rete filantropica fondata dal finanziere George Soros.

Le e-mail, risalenti al 2016 e diffuse dal giornalista investigativo John Solomon, dimostrano i contatti fra l’Open Society e l’amministrazione Obama sugli spostamenti del magnate e sui contenuti degli incontri privati del finanziere a Kiev.

Uno dei destinatari delle e-mail della Open Society, insieme a Ciaramella, era l’allora Segretario di stato aggiunto per gli affari europei Victoria Nuland, con la quale la “gola profonda” ha lavorato a stretto contratto.

In una mail del 9 giugno 2016, Jeff Goldstein, analista politico presso l’Open Society Foundations, scrive a Nuland e Ciaramella, i destinatari principali della missiva.

“Volevo farvi sapere che il signor Soros ha incontrato Johannes Hahn (commissario europeo, ndr) a Bruxelles oggi. Una delle questioni sollevate durante l’incontro riguardava la preoccupazione per la decisione di ritardare la liberalizzazione dei visti per la Georgia e le implicazioni per l’Ucraina”.

Le e-mail, oltre a dimostrare i rapporti fra la “talpa” che ha denunciato il presidente americano e l’organizzazione di Soros, dimostra anche l’ingerenza dell’amministrazione Obama nel Paese dell’ex Unione sovietica attraverso la rete filantropica fondata dal magnate. George Soros

ammise, in un’intervista rilasciata alla Cnn, di aver contribuito attivamente al rovesciamento dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovych.

SPECIALI RAPPORTI SOROS OBAMA

Così Obama ha coperto Soros in Ucraina

Ucraina, 2016. Mentre negli Stati Uniti infuria la battaglia politica per le elezioni presidenziali in cui si sfidano Donald Trump e Hillary Clinton, a Kiev i pubblici ministeri indagano sulle attività dell’organizzazione no-profit Anti-Corruption Action Center (AntAC).

L’attenzione degli inquirenti sull’organizzazione – i cui giovani attivisti sono soliti indossare le celebri r-shirt “Ucraina F * & k Corruption” – fa parte di una più ampia indagine avviata dall’Ufficio del Procuratore generale dell’Ucraina su una donazione illegale di circa 4,4 milioni di dollari proveniente dagli Stati Uniti.

Secondo il Procuratore generale, quei soldi erano stati donati all’organizzazione in maniera impropria. Tuttavia, come racconta l’inchiesta del giornalista investigativo John Solomon pubblicata per The Hill,  l’amministrazione americana di Barack Obama e l’ambasciata statunitense di Kiev si mettono di mezzo alle indagini che riguardano proprio l’AntAC, un’organizzazione no-profit finanziata dal magnate George Soros, fondatore dell’Open Society Foundations.

Così Barack Obama “bloccò” l’inchiesta sul gruppo finanziato da George Soros

Come dimostra il carteggio pubblicato da The Hill, George Kent, funzionario dell’ambasciata americana in Ucraina, scrive nell’aprile 2016 una lettera all’ufficio del Pubblico ministero nella quale afferma che i funzionari americani non hanno dubbi sulla legalità delle donazioni provenienti dagli Usa. “L’inchiesta che coinvolge l’ Anti-Corruption Action Center (AntAC) è fuori luogo” scrive il 4 aprile 2016 George Kent a Yuriy Stolyarchuk, all’epoca Procuratore generale dell’Ucraina.

“In quel periodo – sottolinea Solomon su The Hill –

il Procuratore generale viene licenziato, su pressione degli Stati Uniti, e non viene nominato un sostituto permanente”. Alcuni mesi dopo, Yuri Lutsenko, ex Ministro dell’Interno, “considerato un eroe in Occidente” viene nominato “Procuratore generale e subito invitato a incontrare il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, Marie Yovanovitch”.

L’ambasciatrice americana, come conferma lo stesso Lutsenko, consegna al neo-Procuratore una lista di persone “da non perseguire” tra cui il fondatore del gruppo AntAC e due parlamentari vicini al gruppo finanziato dal magnate Soros.

Ma che Sbadato, mi ero dimenticato dall’antichissimo rapporto,,  AMICALE fra

HILLARY CLINTON E SOROS

Una bella Paranza Insomma

Ci viene da dire che non solo Soros è un enorme Influencer finaziario, ma che poi oartecipa a tutte le PARANZE POLITICHE DEL MONDO.

Ttte, vasta che siano contro l’Unione Sovietica di Putin, Basta che siano A Favore dei SIONISTI di Israele.

Ci stimola molto, e quindi continueremo con altri post per capire chi è Veramente Costui

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