EBREI CAMPIDOGLIO

November 12, 2023
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COME FUNZIONA LA LOBBY SIONISTA NEGLI STATI UNITI

gli ebrei, che costituiscono il 2% della popolazione degli Stati Uniti, portano a casa la maggior parte delle posizioni più pesanti nel governo.

Questi includono Antony Blinken (Ministro degli esteri), Janet Yellen (Ministro delle finanze), Merrick Garland (Ministro della giustizia), Alejandro Mayorkas ( Ministro della sicurezza interna), Avril Haines ( Capo dell’intelligence nazionale ) e Ron Klain (Capo di stato maggiore della Casa Bianca ).
Lo stesso gruppo di minoranza ricopre anche altre importanti posizioni come il direttore della CIA (David S. Cohen ), il direttore della sicurezza informatica della NSA (Anne Neuberger), i viceministri degli esteri (Victoria Nuland, Wendy Sherman ed Eric Lander ) e il vice ministro della salute (Rachel Levine).
“Da Segretario di Stato a Segretario di giustizia, è uno spaccato di diversità dell’unità ebraica americana che occupa i posti nel gabinetto del presidente entrante e in altre parti del governo”, afferma il Times of Israel.

 

LE STESSE POSIZIONI DI POTERE, LA COMUNITà eBREA aMERICANA ESPRIME SU TUTTA LA COMUNICAZIONE:  STAMPA , TV, E SOCIAL. 

L’importanza della comunità israelitica in America non consiste nel peso elettorale e, a sorpresa, nemmeno in quello finanziario. In realtà i gruppi di pressione hanno successo perché i loro obiettivi convergono in buona parte con quelli dell’establishment.

La lobby sionista lavora, come vedremo, attraverso ambedue i canali.

Lo stesso sistema di finanziamento opera a livelli inferiori – quelli delle assemblee legislative dei cinquanta Stati dell’Unione; e anche al livello degli esecutivi statali, cioè dei governatori e del loro governo. Un terzo, ma importante livello è quello delle città, dei loro sindaci e funzionari comunali.

A ogni livello, le lobby sono al lavoro, impegnate nel loro compito principale di ottenere vantaggi per i propri clienti e distribuire denaro, direttamente e indirettamente, agli americani eletti ai pubblici uffici, siano essi ebrei o non-ebrei. Le lobby incanalano le donazioni delle aziende e anche parte dei contributi individuali che, comunque, sono spesso consegnati direttamente, di mano in mano.

 

Bill Clinton, per la prima volta in molti decenni, l’opposizione,  controllava  entrambe le assemblee legislative. I repubblicani controllavano anche la maggioranza degli Stati. Ciò significa che i lobbisti dovevano spendere più denaro e bilanciare i pagamenti a democratici e repubblicani.

Tra le migliaia di grandi e piccole lobby, cinque predominanavano in modo netto: l’industria pesante aeronautica e degli armamenti che coordina la propria attività col Pentagono; l’industria petrolifera, collegata a un settore bancario internazionale; gli agricoltori; la National Rifle Association, che rappresenta i produttori e gli amatori delle armi leggere, usate a fini di difesa o per la caccia; la lobby sionistaebraica. C’è un sesto concorrente, che segue a poca distanza gli altri e forse è il più importante di tutti: la lobby delle banche americane. Però questa lobby, per i suoi legami continui con la Federal Reserve, non ha necessità di un’attività lobbistica giornaliera e lavora sull’economia attraverso la Federal Reserve e tramite la pressione bancaria di Wall Street.

Miliardi che tornano in America

La lobby, anzi le lobby ebraiche, sono sioniste. Devono essere così: gli ebrei in quanto tali non sono una delle fonti di entrate principali per pubblici funzionari e legislatori, ad eccezione di città come Los Angeles e, soprattutto, New York. In passato, si sarebbe potuta aggiungere a questa breve lista anche Miami, in Florida, ma in questo Stato meridionale i cubani, altri latino-americani e anche la mafia hanno rimpiazzato l’anziano contingente ebraico della popolazione locale.

La principale fonte finanziaria della lobby deriva, un po’ paradossalmente, dal fatto che gli Stati Uniti assicurano un sostegno economico estremamente importante a Israele, sia in aiuti militari che in fondi per lo sviluppo. Questo denaro ritorna, per la maggior parte, negli Stati Uniti sotto forma di pagamenti israeliani all’industria pesante aeronautica e d’armamenti e ad altre aziende di consulenza e industriali, e anche nella forma di remunerazioni ai propri alleati nel Pentagono e nelle altre agenzie governative.

In altre parole, la lobby sionista ha successo soprattutto perché riceve risorse dal complesso militare-industriale e dai suoi alleati tra politici, deputati e senatori; ma non perché gli ebrei aiutano a eleggere i politici (eccetto che a New York, Los Angeles e qualche altra località minore).

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